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IL PROGRAMMA MISSILISTICO NORDCOREANO

Sebbene il programma nucleare stia alla base della crisi in Corea del Nord, i media e l’opinione pubblica generale si sono focalizzati quasi esclusivamente sui missili periodicamente lanciati, sotto la mediatica supervisione di Kim Jong-Un, il giovane leader del Partito dei Lavoratori Coreani (PLC). Ebbene, dopo aver dedicato 4 articoli all’approfondimento dello sviluppo storico-politico delle due Coree ( Corea 1; Corea 2; Corea 3; Corea 4 ), ed aver analizzato le fasi del programma nucleare nordcoreano, adesso proviamo ad approfondire le tappe che hanno scandito lo sviluppo del programma missilistico nordcoreano, cercando di capire la sua reale portata militare e politica.

L’ORIGINE DEL PROGRAMMA MISSILISTICO 

La Corea del Nord avvia il suo programma missilistico intorno agli anni 60, su iniziativa di Kim il-Sung, anche se in realtà le capacità produttive autoctone, si limitavano alla replica locale di semplici razzi di artiglieria di derivazione sovietica. All’indomani della guerra di Corea, la punta di diamante dell’arsenale nordcoreano consisteva nei pochi razzi Luna, che l’URSS si era decisa ad inoltrare al suo riottoso alleato asiatico. I razzi Luna erano missili tattici alimentati a propellente solido, capaci di proiettare una testata convenzionale o chimica ad una distanza massima di circa 70 Km, a fronte di un margine di errore circolare di circa 500/700 Mt. I limiti che i sovietici posero all’esportazione di queste armi, indussero il governo di Pyongyang a finanziare l’istituzione di un’Accademia militare finalizzata alla formazione di scienziati, da destinare alla ricerca e sviluppo di missili balistici autoctoni, mediante tecniche di ingegneria inversa. Nel giro di qualche anno, gli scienziati nordcoreani riusciranno a rielaborare la tecnologia dei razzi Luna, implementandola sui primi missili Hwasong-1 e 3, primi razzi di produzione locale, capaci di una gittata massima maggiorata, prossima ai 100 Km, circa 30 Km in più della versione originale sovietica.

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( Razzi Luna in dotazione alla Corea del Nord )

Malgrado l’impegno profuso dagli scienziati nordcoreani, la loro industria militare continuava a scontare la mancanza di nuove piattaforme balistiche da sviluppare, sicché, negli anni 70, il governo di Kim il-Sung riuscì a farsi coinvolgere dalla Cina nello sviluppo congiunto di un missile balistico, progetto che tuttavia naufragò qualche anno dopo a causa di alcune valutazioni politiche cinesi. La fine della cooperazione con i vicini cinesi, indusse i nordcoreani a rivolgersi all’Unione Sovietica, richiedendo, senza successo, la fornitura dei nuovi missili Scud. Dinnanzi al veto sovietico, i nordcoreani non si arresero, riuscendo a convincere l’Egitto a cedergli alcuni esemplari di Scud-B, in cambio dell’invio di consulenti militari ausiliari alle truppe egiziane coinvolte nella Guerra del Kippur, contro gli israeliani. Lo Scud-B sovietico, era un missile alimentato a propellente liquido, accreditato di una gittata massima di circa 300 Km, raggiungibili in 15 minuti di volo, a fronte di un margine di errore circolare compreso tra i 500 e i 900 Mt, caratteristiche che rendono questo razzo, decisamente impreciso, se armato con testata esplosiva convenzionale. Gli scienziati nordcoreani lavoreranno a lungo sugli Scud-B ottenuti dall’Egitto, estrapolandone la tecnologia balistica su cui gli scienziati nordcoreani svilupperanno il missile Hwasong-5, una versione clone dello Scud sovietico, dotata di alcune piccole migliorie tecniche. Le potenzialità del missile nordcoreano ben presto catalizzarono l’attenzione di alcuni paesi mediorientali come l’Iran, che arrivò a pagare più di 500 milioni di dollari, pur di ottenere la licenza di produzione di questi rozzi, ma efficaci, razzi balistici, divenuti noti in patria sotto la denominazione di Shahab.

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( Missile Scud )

LO SVILUPPO DEI MISSILI SCUD SOVIETICI

Gli scienziati nordcoreani svilupperanno ulteriormente la base tecnologica dello Scud-B, implementandola nel Hwasong-6, un missile dalle prestazioni simili a quelle della versione C degli Scud sovietici, parliamo di una gittata massima prossima ai 500 Km, range che consentiva alla Corea del Nord di insidiare l’intero territorio sudcoreano e parte del territorio giapponese. Anche l’Hwasong-6 riscuoterà un certo successo commerciale, trovando acquirenti soprattutto in Medioriente, dalla Libia di Gheddafi, alla Siria di Assad, passando per lo Yemen, paesi che si sommeranno all’Iran, dove questo missile verrà prodotto localmente su licenza, sotto la denominazione di Shahab-2.

Missile Hwasong-6 corea del nord missili
( Missile Hwasong-6 )
razzo taepodong corea del nord missili
( Razzo Taepodong )

All’inizio degli anni 90, l’affinamento tecnologico degli scienziati nordcoreani porterà alla costruzione del Hwasong-7, altrimenti noto come Rodong-1, un missile a corto raggio, accreditato di una gittata massima di circa 1.000 Km, a fronte di un CEP che comunque rimaneva piuttosto elevato. La tecnologia del Rodong-1, è stata successivamente esportata ed implementata su scala locale in Pakistan e ancora una volta in Iran. Nel 1998, i nordcoreani svilupperanno ulteriormente la base del razzo Rodong, travasandone la tecnologia all’interno di un razzo multi-stadio denominato Taepodong, ufficialmente finalizzato alla messa in orbita di un satellite, che comunque non raggiungerà l’obiettivo prefissato, tuttavia secondo molti analisti, il vettore spaziale non era altro che un dimostratore tecnologico, il cui scopo reale era quello di testare l’efficacia dei motori multi-stadio, da implementare nella futura generazione di missili a raggio intermedio (IRBM), capaci di una gittata massima teorica di circa 6.000 Km. Ad ogni modo, nel 2013 la piattaforma Taepodong permetterà ai nordcoreani di conseguire i primi successi spaziali con i razzi della serie Unha.

NUOVO TRAVASO TECNOLOGICO SOVIETICO

Sempre verso la fine degli anni 90, i nordcoreani avranno modo di raffinare la tecnologia del Rodong, travasandola nel nuovo missile Hwasong-9, particolarmente apprezzato dalla Siria, che ne otterrà perfino la licenza di produzione. Successivamente al crollo dell’URSS, i nordcoreani approfittarono del caos post-sovietico per acquisire la tecnologia balistica del missile (SLBM) R-27 Serb, il cui sistema propulsivo a combustibile liquido, risultava decisamente più efficiente e stabile di quello del vetusto missile Scud. La tecnologia propulsiva sovietica verrà progressivamente travasata sul Hwasong-10 (Musudan), accreditato di una gittata massima approssimata tra i 3 e i 4 Km, a fronte di un margine di errore circolare (CEP) di circa 1.500 Mt.

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( Missile Hwasong-10 Musudan )

Parallelamente ai razzi a medio raggio, i nordcoreani svilupperanno anche missili a corto raggio alimentati a propellente solido, come nel caso del Hwasong-11 (KN-2), un derivato domestico del missile sovietico OTR-21 Tohka, di cui la Corea del Nord entrò in possesso negli anni 80, avvalendosi dei buoni rapporti intrattenuti con l’allora presidente siriano Hafiz al-Assad. La tecnologia a propellente solido del OTR-21 permise ai nordcoreani, lo sviluppo di un razzo, che al netto della sua limitata gittata massima, garantiva una rapida fase di attivazione ed una precisione balistica decisamente migliore di qualsiasi versione indigena degli Scud sovietici, parliamo di un CEP di circa 100 Mt, a fronte di una gittata massima accreditata tra i 140 ed i 220 Km. Le prestazioni del Hwasong-11 lo rendono un mezzo vettore particolarmente adatto a colpire obiettivi ben circoscritti, in tempi decisamente ristretti, anche grazie al veicolo di lancio multiuso, che consente di ricaricare e lanciare un nuovo missile KN-2 nel giro di 20 minuti.

I PRIMI MISSILI IRBM A COMBUSTIBILE SOLIDO

A partire dal 2000, la conoscenza della tecnologia a propellente solido, seppur circoscritta ai primi elementi basilari, permetterà agli scienziati nordcoreani la progettazione di una nuova generazione di razzi, caratterizzati da tempi di lancio decisamente ridotti, rispetto ai tradizionali missili alimentati a combustibile liquido. Questa nuova tecnologia è stata implementata con un certo successo nel Pukguksong-1 (KN-11), un razzo (SLBM) imbarcabile su sommergibili diesel-elettrici Classe Sinpo, dotati di un sistema di espulsione a freddo, che permette l’accensione dell’apparato propulsivo del missile immediatamente dopo la fase di eiezione. I KN-11 hanno una gittata massima di circa 3.000 Km, tuttavia il loro numero risulta limitato a pochissimi esemplari, a causa dell’unico sommergibile Classe Simpo attualmente a disposizione della marina militare nordcoreana. Ad ogni modo, la stessa medesima tecnologia del K-11 è stata travasata sul Pukguksong-2 (KN-15), un missile a medio raggio (IRBM) basato a terra, dalle prestazioni balistiche sostanzialmente simili a quelle del SLBM, caratteristiche che surclassano i tradizionali missili a combustibile liquido derivati dagli Scud sovietici, soprattutto per quanto concerne i loro tempi di lancio, notoriamente prolungati, proprio a causa della fase di rifornimento antecedente al loro lancio, senza contare la loro maggiore precisione, sebbene manchino dati certi relativi all’effettivo CEP del KN-15.

Sottomarino corea del nord classe sinpo missile kn-11 missili
( Sottomarino corea del nord classe sinpo missile KN-11 )
I RECENTI MISSILI A MEDIO E LUNGO RAGGIO

A causa delle difficoltà nell’implementare la tecnologia propulsiva a propellente solido su vettori a lungo raggio, gli scienziati si vedranno costretti a ad insistere sulla meno prestante tecnologia a propellente liquido, implementandola sui nuovi missili Hwasong-12. Il Missile Hwasong-12, soppianterà le prestazioni del Hwasong-10 (Musudan), caratterizzato da una struttura inadeguata all’assorbimento delle fortissime sollecitazioni sviluppate dal suo apparato propulsivo, derivato dal missile SLBM sovietico R-27 Serb. Il nuovo Hwasong-12 rappresenterà il primo vero missile a medio raggio (IRBM) nordcoreano, capace di una gittata massima approssimata tra i 4.000 Km ed i 6.000 Km, a fronte di un margine di errore circolare CEP di circa 2/4 Km. Le capacità di questo vettore sono state testate a più riprese nel corso del 2017, sorvolando in più di un’occasione lo spazio aereo giapponese. Recentemente la tecnologia balistica del Hwasong-12 è stata implementata sul Hwasong-14, il primo missile balistico intercontinentale nordcoreano (ICBM), accreditato di una gittata massima approssimata tra i 6.000 e i 10.000 Km. L’Hwasong-14, abbina la tecnologia a propellente liquido, ad un sistema a doppio stadio, che gli consente di recapitare un ordigno nucleare fino all’interno del territorio continentale degli USA, anche se sul veicolo di rientro della testata nucleare, rimangono ancora delle incognite, soprattutto sull’affidabilità del suo sistema di puntamento e sul suo grado di resistenza alle sollecitazioni della fase discendente.

Missile Hwasong-12 corea del nord missili
( Missile Hwasong-12 Corea del Nord )

IL PROBABILE SUPPORTO TECNICO DI CINA E RUSSIA

Sulla tecnologia propulsiva del Hwasong-14 si è lungamente speculato, circa una sospettosa similarità con i motori RD-250, prodotti in Ucraina e in dotazione ai missili ICBM sovietici R-36, che la Russia sta progressivamente dismettendo, in attesa del nuovo ICBM pesante Sarmat. Il travaso di questa datata, ma comunque efficace tecnologia propulsiva, potrebbe lasciare intendere un qualche coinvolgimento russo nello sviluppo del programma missilistico coreano, eventualità che andrebbe ponderata assieme alla reperibilità del suo particolarissimo carburante, per l’appunto disponibile solo in Russia e Cina, due degli alleati storici della Corea del Nord. Anche i veicoli di trasporto-lancio TEL a 8 assi dei missili nordcoreani più recenti, sembrano avvalorare un qualche coinvolgimento sino-russo, giacché questi mezzi sono prodotti esclusivamente in Cina e Bielorussia (dove sorgono gli storici stabilimenti sovietici della Maz). I cinesi si sarebbero giustificati, comunicando di aver venduto alcuni di questi mezzi alla Corea del Nord, che gli aveva richiesti per il trasporto eccezionale di legname, dietro la garanzia nordcoreana di non riconvertirli a fini militari, come poi hanno effettivamente fatto, una volta entrati in loro possesso.

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( Missile ICBM Hwasong-14 )

Ad ogni modo, questi veicoli TEL sembrano sprovvisti delle schermature di cui sono dotati i mezzi cinesi e russi, che gli permettono di lanciare direttamente i missili trasportati, senza rischiare di essere danneggiati dalle sollecitazioni sprigionate della fase di accensione dei potentissimi propulsori. Per far fronte a questi inconvenienti, i nordcoreani si avvalgono di apposite piazzole di lancio ausiliario, che consentono ai TEL di posizionare i missili, per poi allontanarsi prima del loro lancio, evitando di danneggiarsi. Parallelamente allo Hwasong-14, i nordcoreani sembra stiano affinando lo Hwasong-13, un ICBM alimentato a propellente solido, capace di prestazioni balistiche teoricamente simili, anche se non ancora avvalorate da nessun test.
Mentre scriviamo questo articolo (Novembre 2017), sopraggiunge la notizia del lancio del razzo Hwasong-15, un inedito ICBM contraddistinto da un doppio apparato propulsivo, e da dimensioni così imponenti da richiedere un veicolo di trasporto TEL dotato di ben 9 assi, decisamente più voluminoso dei consueti TEL a 8 assi diffusi in Cina e Russia.

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( Missile Hwasong-13 )

LE POTENZIALITA’ DEI MISSILI A CORTO RAGGIO

I primi razzi a lunga gittata della serie Taepodong, sono stati effettuati dalle basi di Musudan e di Sohae, situate rispettivamente nelle coste orientali e occidentali della Corea del Nord. Questi due basi sono servite da una torre ausiliaria al lancio alta 30 metri, da dove sono stati lanciati i razzi spaziali Taepodong e Unha.
Ad ogni modo, queste strutture risultano strategicamente irrilevanti, poiché espongono i missili a possibili raid preventivi durante la prolungata fase messa in posa e rifornimento (alcune ore), di questi razzi, che pertanto vanno considerati meri dimostratori tecnologici, finalizzati a collaudare la resistenza e l’efficacia strutturale della componentistica successivamente travasata sui moderni missili della serie Hwasong.
Detto questo, all’interno del territorio della Corea del Nord sono dislocate numerose piazzole di lancio, predisposte al lancio di una larga gamma di missili derivati dal Rodong.

Nello specifico, le forze strategiche nordcoreane possono contare su circa 180 Hwasong-5 e 500 Hwasong-6, missili a corto raggio potenzialmente in grado di colpire obiettivi in tutto l’intero territorio della Corea del Sud, anche se con un tasso di imprecisione piuttosto ampio, a cui comunque possono sopperire, sostituendo le convenzionali testate esplosive con testate chimiche o nucleari, presenti all’interno dell’arsenale di Pyongyang. Per quanto concerne gli obbiettivi più circoscritti, i nordcoreani possono impiegare i più precisi Hwasong-11 (KN-2), dislocati su lanciatori mobili ricaricabili in tempi relativamente brevi. La precisione di questi razzi a corto raggio, li rende particolarmente adatti a colpire obiettivi particolarmente sensibili come depositi militari, aeroporti, centri di comando o assembramenti di truppe nemiche.

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( Missile KN-2 )

Sempre all’interno della categoria dei missili a medio raggio annoveriamo anche i recenti Pukguksong-2 (KN-15), la cui rapidità operativa garantita dal sofisticato sistema di lancio a freddo, permette di colpire obiettivi posti entro un raggio di 3.000 Km, come ad esempio le principali città del Giappone. Sulla stessa tecnologia si basa anche il Pukguksong-1 (KN-11), il precursore imbarcato del KN-15, i cui pochissimi esemplari costruiti sono dislocati (2 missili) all’interno dell’unico sottomarino Classe Sinpo, contraddistinto da un sistema propulsivo diesel-elettrico.
Questi vettori a propellente solido, oltre ad essere lanciabili in tempi brevissimi, hanno un ridotto margine di errore circolare (CEP), che come già detto per i KN-2, gli consente di distruggere con una certa precisione obiettivi militari sensibili circoscritti, come quelli precedentemente citati.

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( Missile SLBM KN-11 )

LE POTENZIALITA’ DEI MISSILI A MEDIO E LUNGO RAGGIO

Le piazzole di lancio sopracitate, possono servire anche i circa 300 Hwasong-7, missili a medio raggio caricati su veicoli TEL, disseminati in tutto il territorio nordcoreano, da dove possono arrivare a colpire tutto il territorio sudcoreano e gran parte di quello giapponese. Quanto detto, vale anche per i circa 50 missili Hwasong-10 (Musudan), accreditati di una gittata sufficiente a coprire tutto il Giappone e probabilmente anche le basi militari americane di Okinawa e Guam, situate nell’oceano pacifico orientale. Sempre dalle medesime piazzole possono essere lanciati anche i recenti Hwasong-12, missili a medio-raggio avanzato, capaci di raggiungere agevolmente i territori americani dell’Alaska, ed i portentosi missili intercontinentali Hwasong-14, accreditati di una gittata massima di circa 10.000 Km, range che consente ai nordcoreani di recapitare un ordigno nucleare all’interno del territorio continentale USA. Addirittura il nuovo Hwasong-15, vanta prestazioni addirittura maggiori, con una gittata accreditata di ben 13.000 Km, sufficiente a colpire obiettivi situati all’interno degli USA o addirittura in Europa, senza contare che le dimensioni del missile potrebbero, in linea teorica, consentire l’imbarco di più testate nucleari a rientro indipendente.

I missili della serie Hwasong costituiscono un apparato deterrente efficace, ma comunque limitato dalla tecnologia a propellente liquido, che ne riduce sensibilmente l’effettiva operatività temporale, giacché per essere lanciati necessitano di una fase preparatoria relativamente prolungata, dovuta essenzialmente al rifornimento dell’apparato propulsivo. Va comunque tenuto conto di alcuni rumors non confermati, che attribuirebbero alle Forze Strategiche Nordcoreane la disponibilità di alcuni silos di lancio corazzati, strategicamente costruiti all’interno di alcune montagne a ridosso dei confini con la Cina, laddove un raid mirato ostile correrebbe il rischio di essere inibito dalla contraerea cinese. Se confermato, questi silos corazzati potrebbero accogliere alcuni ICBM, come gli Hwasong-12 e 14, garantendone l’integrità durante la prolungata fase di preparazione al lancio.

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( Missile Hwasong-15 )

Ad ogni modo, gli Hwasong-12, 14 e 15, di cui ignoriamo la quantità effettivamente esistente, all’occorrenza possono essere lanciati anche direttamente dai loro veicoli TEL, disseminati all’interno di rifugi più o meno corazzati, dislocati all’interno del territorio nordcoreano. La consuetudine di testare i missili avvalendosi delle piazzole di lancio ausiliarie, pare sia stata più che altro una manovra finalizzata a preservare i pochi TEL a 8 assi o 9 assi in dotazione alle forze strategiche nordcoreane, che in caso di emergenza possono comunque lanciare i missili anche direttamente dai loro veicoli, come un recente test inerente un Hwasong-12 ha dimostrato, conservando addirittura l’operatività del mezzo, probabilmente grazie ad un sistema di schermatura efficace quanto quelli che consentono agli ICBM russi e cinesi di resistere alle sollecitazioni sprigionate dai loro potentissimi propulsori. Restano infine tutte da dimostrare le effettive potenzialità dell’Hwasong-13, il missile balistico intercontinentale alimentato a propellente solido, che i nordcoreani accreditano di una gittata teorica di circa 10.000 Km, prestazioni simili agli ICBM operativi in Cina e Russia.

LE POSSIBILI CONTROMISURE USA

La minaccia dei missili nordcoreani ha fornito un alibi allo stato maggiore USA, per il dislocamento dell’avveniristico sistema anti-missile THAAD, la cui efficacia attende solo la prova del fuoco, anche se i militari americani risultano assai restii ad utilizzarlo per abbattere un missile nordcoreano, per più di un motivo. Il primo motivo è di natura politica, giacché una mancata intercettazione scandalizzerebbe l’opinione pubblica statunitense, deludendo le loro aspettative circa questo costosissimo sistema di difesa, il secondo motivo invece è puramente strategico, infatti l’uso del THAAD rischierebbe di fornire riferimenti tecnici a paesi come Cina e Russia, contro cui questo sistema di difesa è effettivamente predisposto, nonostante la retorica americana continui ad affermare proprio il contrario. Ad ogni modo, parallelamente al temibile arsenale balistico nordcoreano, non va trascurata la massiccia presenza di razzi di artiglieria dislocati lungo i confini con la Corea del Sud, il cui potenziale offensivo tiene sotto scacco la capitale Seul, che in caso di guerra potrebbe essere letteralmente spianata nel giro di qualche ora. Un attacco americano contro la Corea del Nord, infatti, esporrebbe Corea del Sud e Giappone ad una rappresaglia dalle conseguenze disastrose, sia nel caso di un conflitto convenzionale, che nel caso di un escalation chimico-nucleare, data la considerevole quantità di armi distruzione di massa nelle disponibilità delle forze armate nordcoreane.

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( Sistema anti-missile USA THAAD )

CONSIDERAZIONI POLITICHE E STRATEGICHE

In conclusione, va tenuto conto anche del possibile travaso di tecnologia balistica nordcoreana in Iran, data la proficua partnership militare che lega da decenni questi due paesi, accomunati dall’esigenza di resistere alle crescenti ingerenze americane, a cui paesi come Cina e Russia intendono reagire sommessamente, vanificando le velleità imperialistiche USA, giudicate incompatibili col nuovo ordine multilaterale. Ad oggi, infatti, non può si può escludere che i risultati dei numerosi test missilistici nordcoreani siano finiti in qualche misura nelle disponibilità delle forze armate iraniane.

I repentini progressi balistici della Corea del Nord, come già detto per il suo programma nucleare, smentiscono la vulgata mediatica che vuole questo paese alla stregua di un paese del terzo mondo, infatti, sorvolando sulle considerazioni politiche del regime al potere, questa nazione vanta scienziati di prim’ordine, capaci di spiazzare persino gli analisti meno ideologizzati, piazzando un successo dopo l’altro. I risultati fin qui conseguiti, porterebbero addirittura a considerare gli scienziati nordcoreani alla stregua di geni incompresi, dotati di potenzialità eccezionali, tuttavia, sarebbe decisamente più realistico ipotizzare un apporto tecnologico esterno da parte di paesi avanzati come la Cina e la Russia, abili nel far filtrare sommessamente know-how sofisticato, difficilmente reperibile altrove, soprattutto in tempi così stretti.

corea del nord missile KN-15
( Missile IRBM KN-15 )

Cina e Russia potrebbero effettivamente essere gli artefici occulti dell’attuale crisi nordcoreana, che sembra proprio confezionata ad arte per insidiare la posizione americana nella regione asiatica. Se Mosca e Pechino risultassero effettivamente i manovratori occulti di Pyongyang, potrebbero approfittare della minaccia nucleare incombente sulle città americane, per offrire agli USA la definitiva denuclearizzazione della Corea del nord, in cambio della smilitarizzazione delle loro basi in Corea del Sud. In parole povere, l’asse sino-russo avrebbe modo di pareggiare i conti della guerra fredda con gli Stati Uniti, costringendoli a fare quello che Mosca e Pechino fecero all’indomani della seconda guerra mondiale, ovvero azzerare la propria presenza militare nella penisola coreana, permettendo la riconciliazione dei due regimi, e la normalizzazione del clima regionale.

Gli Stati Uniti si ritrovano ad un bivio, devono scegliere se confermare l’approccio della guerra fredda, facendosi carico di nuove spese militari, per difendere la proprie velleità egemoniche nella regione asiatica, o decidere di cambiare registro, adeguandosi al nuovo ordine multilaterale, evitando di rischiare una seconda corsa al riarmo dai costi insostenibili, e soprattutto dagli esiti imprevedibili. Il valore di queste ipotesi, verrà confermato o smentito, dalle prossime mosse degli attori regionali coinvolti nella crisi nordcoreana, pertanto rimaniamo in attesa di nuovi sviluppi.