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CONOSCIAMO LA COLOMBIA (2° Parte)

L’avvicendamento tra Reyes e Gonzalez alla guida del paese durerà appena un anno. Infatti, nel 1910, il Congresso eleggerà il noto giornalista conservatore Carlos Eugenio Restrepo, il primo antioqueño a conquistare la presidenza colombiana. L’amministrazione Restrepo si contraddistinguerà per l’approccio autonomo dai partiti tradizionali e per la risolutezza con cui affosserà ogni iniziativa legislativa considerata perniciosa per gli interessi nazionali. Approccio risoluto con cui varerà importanti riforme come l’abolizione della pena capitale, agevolando gli investimenti sulla sanità, senza tuttavia rinunciare a risanare le finanze pubbliche, sfruttando l’incremento dei prezzi del caffè. Restrepo tenterà anche di ripristinare l’influenza colombiana a Panama, pur evitando di irritare i loro alleati statunitensi, di cui temeva il potenziale militare, soprattutto in un periodo in cui le rivendicazioni territoriali con il vicino Perù rischiavano di innescare un conflitto lungo gli indefiniti confini della nazione. Prospettiva che Restrepo allontanerà, affidando al suo Ministro degli esteri Enrique Olaya il congelamento diplomatico della contesa con il governo peruviano, andando contro l’opinione pubblica e al Congresso, favorevoli ad alla prospettiva di una guerra.

Presidente Colombia Carlos Eugenio Restrepo
( Carlos Eugenio Restrepo )

Conflitto che Restrepo era consapevole di non poter reggere, dopo anni di conflitti interni che erano costati la secessione di Panama, che non mancherà di criticare, accusando gli Stati Uniti di ingerire negli affari interni dei paesi sudamericani, favorendone le divisioni. Retorica che più avanti non gli impedirà di riconoscere ufficialmente l’indipendenza di Panama, firmando un accordo con gli Stati Uniti, da cui riceverà un indennizzo di 25 milioni di dollari, paradossalmente integrato dalle scuse per aver sostenuto la secessione di cui esigevano il riconoscimento. Al termine del suo mandato, Restrepo lascerà nelle mani del suo successore Josè Vicente Concha una Colombia finalmente stabilizzata ed economicamente solida. Il presidente Concha manterrà il paese neutrale durante la prima guerra mondiale, governando con ampi poteri eccezionali autorizzati dal Congresso, evitando di intraprendere iniziative politicamente rischiose, sia all’interno che all’esterno.

LE ORIGINI DEL CONFLITTO COLOMBIANO

Nel 1918, il governo passerà nelle mani di un altro conservatore Marco Fidel Suarez, un politico antioqueño di umili origini, fermamente filo-americano, e protagonista dell’introduzione del sistema fiscale di imposta sul reddito. Esperienza inframezzata dall’amministrazione del navigato generale Jorge Holguin, sostituito l’anno seguente dal conservatore Pedro Nel Ospina, che con il 61% dei consensi riuscirà a battere il candidato che i liberali torneranno a presentare alle elezioni del 1922. A Nel Ospina si deve la fondazione della Banca centrale e la borsa colombiana. Alle elezioni del 1926, il boicottaggio liberale permetterà ai conservatori di eleggere agevolmente Miguel Abadia, l’ultimo presidente dell’era conservatrice che perdurava dall’ascesa di Rafael Nunez del 1886. Sul piano internazionale, Abadia stipulerà una serie di accordi bilaterali che risolveranno molte delle dispute territoriali con i paesi vicini come il Perù e il Brasile.

Sempre durante la sua amministrazione, per contrastare gli effetti di una sopraggiunta crisi economica si indebiterà con gli Stati Uniti, ricavando risorse economiche con cui finanzierà un ambizioso piano infrastrutturale finalizzato al ridimensionamento della crescente disoccupazione. Crisi sociale che sotto l’influenza dei primi movimenti sindacalisti destabilizzerà l’ordine interno, al punto da indurre il governo a varare la legge marziale. Gli investimenti americani si polarizzeranno essenzialmente sul settore agricolo, dove multinazionali come la United Fruit sfrutteranno la manodopera locale, imponendo ritmi di lavoro massacranti che esaspereranno il clima sociale delle aree rurali. Malcontento che scatenerà le prime agitazioni sindacali, a cui il governo reagirà inviando l’esercito, cedendo alle pressioni statunitensi, che arriveranno persino a minacciare di intervenire militarmente per difendere gli interessi della United Fruit. L’intervento disposto dal presidente Abadia culminerà in un vero e proprio massacro che pregiudicherà per molto tempo l’immagine degli Stati Uniti nella regione caraibica.

Presidente Colombia Enrique Olaya
( Enrique Olaya )

La strage di lavoratori susciterà l’ascesa politica di liberali radicali come il giovane Elicer Gaitan, rendendoli popolarissimi tra i ceti operai colombiani. Fermenti sociali che, tra l’altro, catalizzeranno la costituzione del Partito Comunista Colombiano. Questo clima favorirà il Partito Liberale, che nel 1930 riuscirà ad eleggere l’ex-ministro degli esteri Enrique Olaya, favorito dalla divisione del fronte conservatore, rappresentato da ben due candidati. Olaya sarà artefice di una politica sociale e protezionista, che stimolerà la domanda interna, ridimensionando il peso delle importazioni. Politiche che ridimensioneranno l’export di zucchero peruviano, innescando una nuova crisi di confine che nel 1932 degenererà in un vero e proprio conflitto, risolto l’anno successivo dopo l’assassinio del presidente peruviano Sanchez. Evento che indurrà il nuovo governo peruviano a ripristinare l’accordo sui rispettivi confini, precedentemente sottoscritto proprio con l’allora ministro degli esteri Olaya. Accordo ripristinato grazie all’intervento del leader del Partito Liberale, Alfonso Lopez, un influentissimo magnate colombiano, istruitosi nel Regno Unito. Iniziativa diplomatica che lo lancerà verso le elezioni presidenziali del 1934, a cui tuttavia i conservatori non prenderanno parte.

L’amministrazione Lopez sarà caratterizzata delle stesse politiche sociali del suo predecessore. Ciononostante, l’approccio borghese del Partito Liberale scontenterà il popolarissimo Jorge Gaitan, inducendolo a fondare l’Unione Rivoluzionaria di Sinistra Nazionale (UNIR), una formazione socialista decisamente più radicale. Organizzazione che tuttavia non impedirà a Gaitan di continuare a cooperare con i liberali, grazie al cui sostegno, nel 1936, verrà nominato sindaco di Bogotà. Mandato che svolgerà faticosamente a causa dell’opposizione dell’establishment borghese del Partito Liberale. Mentre, intanto, il Partito Conservatore passava sotto la leadership di Laureano Gomez, personalità autoritaria considerata simpatizzante dell’asse nazi-fascista.

LA LOTTA INTERNA AL PARTITO LIBERALE

Nel 1938, le elezioni presidenziali, boicottate dai conservatori, verranno vinte dal liberale moderato Eduardo Santos, l’ex-Ministro degli esteri, noto per l’essere il titolare del quotidiano “El Tiempo”. Durante la sua amministrazione, la Colombia si manterrà neutrale, pur simpatizzando per la causa alleata, che deciderà di sostenere ufficialmente solo verso la fine del suo mandato. Sul piano interno, Santos promuoverà importanti riforme sociali come il riposo lavorativo durante le festività. Iniziative influenzate dalla presenza di Gaitan tra i ranghi governativi, dove agiva da ministro dell’Istruzione. Tra gli ultimi atti di Santos ci sarà la ratifica dell’accordo sui confini con il vicino Venezuela. Al termine del suo mandato, nel 1942, Santos proverà ad ostacolare la rielezione dell’ex-presidente liberale Lopez, che pur condividendo il supporto agli alleati, metterà in dubbio la politica filo-americana impostata dal suo predecessore, rivendicando l’indipendenza colombiana dagli Stati Uniti, destabilizzando il clima politico interno. Lopez, appartenente ad un’importante famiglia colombiana e laureato alla London School of Economics, manterrà un approccio sensibile alle istanze sociali, autorizzando la costituzione dei primi sindacati e l’espropriazione di beni privati per finalità di interesse pubblico, guadagnandosi persino le simpatie dei comunisti. Esperienza che, tuttavia, verrà condizionata da alcune sue vicissitudine personali e dalla crescente opposizione tra i ranghi del Partito Liberale. Tensioni a cui seguirà un tentativo di golpe militare che nel 1944 indurrà Lopez a cedere il potere.

Presidente Colombia Eduardo Santos
( Eduardo Santos )

La fine dell’amministrazione Lopez dividerà il Partito Liberale, polarizzandolo tra la fazione borghese di Santos, rappresentata da Gabriel Turbay, e la fazione radicale di Gaitan. Divisione che favorirà l’elezione del conservatore Mariano Ospina Perez, un esponente dell’oligarchia colombiana, nonché nipote dell’ex-Presidente Mariano Ospina Rodriguez. Elezione contestata sia dal fronte liberale che dai comunisti, convinti che i conservatori avessero manipolato l’esito elettorale. Sospetti che animeranno le manifestazioni che il neo-presidente non esiterà a disperdere con la forza, dando inizio ad una spirale di violenza nel paese, mentre Gaitan assumeva la leadership del Partito Liberale, imponendo la propria agenda radicale al poco entusiasta establishment del partito, legato a doppio filo con quella oligarchia che riteneva necessario ridimensionare. Tuttavia, Gaitan prenderà le distanze dalle mobilitazioni violente organizzate dai comunisti, preferendo arrivare al potere per via democratica. Ad ogni modo, la prepotente ascesa politica di Gaitan verrà interrotta bruscamente dal suo controverso assassinio, sulle cui circostanze non si è riuscito a fare piena luce, dando adito a speculazioni circa presunti complotti di diversa matrice politica. Il suo assassinio, infatti, si consumerà durante la nona conferenza panamericana, con cui Washington intendeva coalizzare i paesi del continente americano contro l’ascesa del movimento comunista. Conferenza a cui era stata contrapposto il congresso dei giovani latinoamericani, organizzato negli stessi giorni da Fidel Castro sempre a Bogotá, dove aveva avuto modo di incontrare Gaitan.

Presidente Colombia Mariano Ospina
( Mariano Ospina )

L’assassinio di Gaitan sconvolgerà il clima politico colombiano, trascinando il paese nel caos, alimentato da bande armate che tenteranno persino di irrompere nel palazzo presidenziale. Assalto a cui, secondo alcune fonti, prenderà parte anche il giovane Fidel Castro. Eventi che precederanno una spirale di violenza che provocherà decine di migliaia di vittime negli anni a seguire, in cui parte del fronte liberale riterrà i conservatori responsabili della fine di Gaitan. I liberali arriveranno al punto di mettere in stato di accusa il Presidente Ospina, che reagirà tempestivamente sciogliendo il Parlamento, salvaguardo così la sua posizione. Nonostante il caos politico, Ospina varerà un importante piano di sviluppo infrastrutturale finalizzato al potenziamento del potenziale industriale del paese.

Colombia Jorge Elicer Gaitan
( Jorge Elicer Gaitan )

L’AUTORITARISMO DI GOMEZ ED IL GOLPE DI ROJAS

Alla vigilia delle elezioni del 1949, i liberali avanzeranno il progetto di un colpo di stato, a cui tuttavia molti decideranno di non partecipare, mentre intanto nelle zone rurali orientali l’opposizione comincerà a militarizzarsi, incontrando persino il velato favore dell’ex-presidente liberale Lopez. Ad ogni modo, i conservatori riusciranno a conservare il potere, eleggendo Laureano Gomez, favorito dalla mancata partecipazione dei liberali, alle cui politiche popolari ricondurrà la deriva caotica che a suo dire rischiava di consegnare il paese nelle mani dei comunisti. Caos a cui Gomez reagirà impostando un forte governo autoritario, e promuovendo un controverso processo di riforma costituzionale, delegato ad un’apposita Assemblea Costituzionale disconosciuta sia dal fronte liberale che dalle fazioni moderate del Partito Conservatore riconducibili alla leadership dell’ex-Presidente Ospina. Assemblea che ingloberà molte delle prerogative parlamentari, come la messa in stato di accusa del presidente.

Presidente Colombia Laureano Gomez
( Laureano Gomez )

Tuttavia, nel 1953, alla vigilia dell’approvazione della riforma costituzionale, Gomez verrà rovesciato da un golpe militare predisposto dal generale Gustavo Rojas Pinilla, sostenuto dalla fazione conservatrice moderata di Ospina e dalla fazione borghese del Partito Liberale, pochi giorni dopo una tentata insurrezione predisposta dalle milizie rurali. Durante la sua dittatura, Rojas concederà il diritto di voto alle donne, avviando un ambizioso piano di sviluppo infrastrutturale, parallelamente all’introduzione di un rigido regime di censura che applicherà agli organi di stampa per stabilizzare il clima politico interno. La deriva autoritaria con cui Rojas ripristinerà l’ordine nel paese, limiterà il diritto dei colombiani a detenere armi da fuoco, perseguendo con particolare risolutezza le bande armate presenti nelle aree rurali del paese, a cui tuttavia avanzerà un’amnistia che tuttavia non convincerà tutti i gruppi guerriglieri, soprattutto dopo l’assassinio di Jacopo Prias, uno dei loro leader, assassinato da un commando sospettato di contiguità governative.

Presidente Colombia Gustavo Rojas Pinilla
( Gustavo Rojas Pinilla )

Clima pesante mal tollerato sia dai ceti popolari che da quelli oligarchici, che dinnanzi alla prospettiva del prolungamento del mandato di Rojas si mobiliteranno per costringerlo a lasciare il potere nelle mani di una giunta militare che avrebbe dovuto traghettare il paese verso un nuovo ordine politico. Ordine politico concordato, che conservatori e liberali promuoveranno attraverso la formula del “Fronte Nazionale”, con cui i due partiti si sarebbero alternati alla guida del paese a cadenza quadriennale, assumendosi l’impegno di condividere il potere con la controparte, spartendosi equamente i seggi in parlamento. Dopo una fase interlocutoria, i due partiti designeranno come nuovo presidente il liberale Alberto Lleras, il fondatore della rivista Semana. Nel 1961, un gruppo di guerriglieri liberali radicali guidati da Pedro Antonio Marin (alias Manuel Marulanda) e l’ideologo comunista Jacopo Arenas, promuoverà la repubblica secessionista di Marquetalia, localizzata a sud est di Bogotà, e che l’amministrazione Lleras faticherà a smantellare, temendone una deriva cubana.

Presidente Colombia Alberto Lleras
Il presidente USA Kennedy e il presidente colombiano Alberto Lleras )

LA RADICALIZZAZIONE DEL MOVIMENTO GUERRIGLIERO

Alle successive elezioni del 1962, il generale Rojas, rientrato dall’esilio nella Repubblica Domenicana, proverà a candidarsi, provando a turbare gli equilibri del Fronte Nazionale, senza tuttavia riuscire ad impedire ai conservatori di eleggere con l’84% dei consensi Guillermo Leon Valencia, “sfidato” dal liberale Alfonso Lopez Michelsen. Durante l’amministrazione Valencia la Colombia valorizzerà le proprie risorse petrolifere, investendo sull’elettrificazione del paese ed incrementando le risorse del sistema di istruzione pubblica. Grazie al supporto finanziario americano, il governo colombiano proverà ad accattivarsi le masse corteggiate dalla retorica comunista, predisponendo un esteso piano di edilizia popolare. Durante la sua amministrazione, l’ex presidente Pinilla abbandonerà il Partito Conservatore per formare la sua Alleanza Popolare Nazionale, una formazione di estrazione social-nazionale con cui intendeva scombinare l’accordo bipartitico tra conservatori e liberali.

Presidente Colombia Guillermo Valencia
Presidente Colombia Guillermo Valencia

Durante gli anni sessanta le industrie americane potenzieranno gli investimenti agricoli nelle aree rurali colombiane, sfruttando oltremodo la mano d’opera locale, le cui pessime condizioni di vita provocheranno ondate migratorie verso le principali città del paese. Condizioni socio-economiche precarie che permetteranno al Partito Comunista di acquisire popolarità tra le masse operaie, attirandosi le ostilità dell’establishment governativo colombiano, intimorito dall’eventualità di una rivoluzione comunista nel paese. Situazione che Valencia, su pressione americana, proverà a disinnescare inviando l’esercito a smantellare la repubblica secessionista di Marquetalia, ottenendo tuttavia solo il trasferimento delle forze guerrigliere verso le impervie zone meridionali, dove si coalizzeranno sotto le insegne delle “Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia” (FARC). Dinamiche che catalizzeranno l’attenzione strategica degli Stati Uniti, che convinceranno il governo di Bogotá a favorire la formazione di milizie paramilitari da contrapporre ai guerriglieri comunisti attivi nell’entroterra colombiano. Sempre in questo periodo, verrà fondato l’Esercito Nazionale di liberazione (ELN), un’organizzazione di ispirazione marxista, addestrata dai cubani e compromessa con il movimento teologico della liberazione, tra le cui prime operazioni ci sarà l’assalto alle infrastrutture petrolifere del paese. Insurrezione che vedrà anche la partecipazione dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL), un’altra organizzazione guerrigliera di matrice comunista.

Ad ogni modo, la strategia sociale del governo colombiano verrà continuata durante la successiva amministrazione liberale presieduta da Alberto Lleras (1966), artefice di una riforma agraria con cui tenterà di redistribuire le terre ai contadini e ai disoccupati, attenzionando la questione sociale. Alle successive elezioni del 1970, l’accordo bipartitico riuscirà a resistere alla sfida lanciata dall’ex-presidente Rojas, sconfitto di misura dal conservatore Misael Pastrana, al culmine di una controversa tornata elettorale, contestata da Rojas come falsata da brogli. Proteste che costeranno gli arresti domiciliari all’ex-presidente Rojas, le cui accuse verranno qualche mese dopo dalla Corte Elettorale. Il successo alle elezioni del 19 maggio 1970 verrà favorito dal discreto, ma determinante, supporto fornito dai liberali. Pastrana continuerà a curare la cura della sfera sociale, seppur in misura minore rispetto ai suoi predecessori, distinguendosi per una politica industriale aperta agli investimenti stranieri, come quelli che permetteranno alla francese Renault di presidiare il mercato sudamericano. All’interno del suo governo spiccherà la figura di Luis Carlos Galan, nominato Ministro dell’istruzione.

Presidente Colombia Misael Pastrana
( Misael Pastrana )

LA SFIDA DEL M-19

Successivamente all’elezione di Pastrana, i conservatori riusciranno a cooptare parte dei quadri dell’Allenza Nazional Popolare di Rojas, mentre la fazione socialista continuerà a contestare i brogli che avevano sancito l’ascesa presidenziale di Pastrana. Nello specifico, l’ala socialista dell’Alleanza Nazionale Popolare guidata da personalità come i guerriglieri comunisti espulsi dalle FARC Jaime Bateman e Ivan Marino Ospina; il comunista Alvaro Fayad; Luis Otero, il medico peronista Carlos Toledo; il sindacalista Andres Amarales; Carlos Pizarro; il medico Antonio Navarro; il comunista Pablo Catatumbo; Guillermo Ruiz e Everth Bustamante decideranno di fondare il Movimento 19-Aprile (M-19), rievocando la data delle elezioni falsate dalla coalizione liberal-conservatrice del Fronte Nazionale. L’M-19 intraprenderà una lotta armata contro il governo, considerato illegittimo, organizzando una efficacissima campagna di propaganda clandestina, caratterizzata da iniziative altamente simboliche come il furto della spada di Simon Bolivar, personalità a cui ispiravano la loro lotta antigovernativa. Atto predisposto da Alvaro Fayad. Mesi dopo, avvieranno anche una campagna terroristica che inizierà con il sequestro del sindacalista Josè Mercado, accusato di essere un traditore al soldo degli Stati Uniti. Iniziative che finanzieranno organizzando numerosi sequestri contro personalità facoltose colombiane e straniere.

Nel 1976, si terranno le prime elezioni generali svincolate dall’accordo del Fronte Nazionale, e che vedranno sfidarsi i figli di tre precedenti presidenti colombiani: il liberale Alfonso Lopez, il conservatore Alvaro Gomez e Maria Eugenia Rojas per l’Alleanza Nazionale Popolare. Elezioni vinte da Lopez con il 56% dei consensi. Risultato sostanzialmente replicato anche per le elezioni di Camera e Senato. L’amministrazione Lopez si concentrerà sul risanamento finanziario che ridimensionerà al spesa pubblica del paese, pur conseguendo importanti risultati economici, incrementando la produzione agricola nazionale. Risultati che, tuttavia, non riusciranno ad accontentare le grandi masse popolari, incapaci di sostenersi senza i sussidi che i precedenti governi avevano garantito per tenerli lontani dall’influenza comunista. Scontento che indurrà i principali movimenti sindacali ad organizzare una serie di scioperi a cui il governo reagirà perseguendo i leader che li animavano, limitando le occasioni di assembramento, finendo per ripristinare il clima di scontro degli anni passati.

Presidente Colombia Alfonso Lopez
Presidente Colombia Alfonso Lopez

In questo clima, nel 1978, si sfideranno il conservatore Belisario Betancur ed il liberale Julio Cesar Turbay, figlio di un magnate di origini libanesi, che nonostante un background culturale non all’altezza dei suoi predecessori, riuscirà comunque a battere di misura l’avversario conservatore. L’amministrazione Turbay intensificherà le misure finalizzate a contrastare le mobilitazioni sociali, incrementando i poteri delle forze di sicurezza contro le attività guerrigliere come quelle del M-19, limitando le libertà dei leader sindacali, sia estremisti che moderati. M-19 che poco dopo la sua elezione organizzerà un rocambolesco furto di migliaia di armi dell’esercito, esfiltrate dal deposito in cui erano contenute attraverso un tunnel sotterraneo costruito appositamente due mesi prima. Iniziativa replicata nel 1980 con l’assalto dell’ambasciata della Repubblica domenicana, dove sequestrarono numerosi diplomatici di paesi diversi intervenuti in occasione di una festività nazionale. In quell’occasione il movimento chiederà al governo la liberazione dei propri compagni detenuti ed il pagamento di un riscatto. La crisi dell’ambasciata domenicana si protrarrà per diverse settimane, prima di essere risolta al culmine di un lungo negoziato che accorderà un riscatto ma non la liberazione dei detenuti richiesti.

M19 Bateman Ospina Colombia guerriglia
( I leader del M-19 Bateman e Ospina )

CONCLUSIONI

Durante l’amministrazione del conservatore Restrepo la Colombia sembrerà riacquistare una certa stabilità, oltre che una certa prospettiva di sviluppo, adombrata solamente dalla contesa di confine con il Perù. Contesa che dissuaderà la sua amministrazione dal ridiscutere lo status di Panama, siglando un accordo con cui gli USA indennizzeranno il paese per i territori persi con il processo di secessione che avevano precedentemente sostenuto. La stabilità riconquistata da Restrepo verrà salvaguardata dal suo successore Concha, mantenendo il paese neutrale nel corso della prima guerra mondiale. Periodo di stabilità che comincerà a degradare con il peggioramento della situazione economica globale degli anni venti, a cui l’amministrazione conservatrice presieduta da Nel Ospina cercherà di reagire indebitandosi con gli Stati Uniti, che in cambio acquisiranno i diritti di sfruttamento dei fondi agricoli locali. Le aziende americane si arricchiranno notevolmente grazie allo sfruttamento intensivo della mano d’opera locale, alimentando un senso di ostilità nei confronti degli USA, intercettato dal nascente movimento sindacale. Malumori a cui gli americani reagiranno ottenendo dal governo colombiano la persecuzione degli elementi ribelli, accusati di aizzargli contro le masse operaie, destabilizzando l’ordine del paese.

Questo clima degraderà la popolarità dei conservatori, catalizzando il ritorno al governo dei liberali, con il presidente Olaya, oltre che l’avanzata delle prime formazioni comuniste. Olaya cercherà di accogliere le istanze delle masse operaie, inaugurando un nuovo corso politico più attento alle condizioni sociali dei lavoratori e all’economia interna, ridimensionando le importazioni di beni stranieri. Corso politico che sebbene seguito dai suoi successori Lopez e Santos, verrà contestato sempre meno velatamente dalla componente liberale più vicina agli ideali socialisti animati dall’influentissimo Jorge Gaitan. Dispute politiche aggravate dal dualismo che contrapporrà le fazioni liberali di Lopez e Santos, favorendo l’elezione del candidato conservatore Mariano Ospina, accusato dall’opposizione di aver manipolato i risultati, e che accennerà addirittura un’insurrezione dispersa dal nuovo governo attraverso l’uso delle forze di sicurezza. Approccio che amplificherà la popolarità di Gaitan, che dopo aver conquistato la leadership del Partito Liberale, sembrerà lanciato verso la conquista della presidenza alle successive elezioni, al punto da cercare di imbrigliare gli elementi che spingevano per il rovesciamento del governo. Ascesa politica che verrà bruscamente arrestata dal suo controverso assassinio, avvenuto in circostanze particolari e a dir poco suggestive. Evento che farà sprofondare la Colombia sull’orlo di una nuova guerra civile, a cui i conservatori riusciranno a resistere inaugurando un corso autoritario che verrà interrotto dal golpe militare predisposto dal generale Rojas, mentre nelle aree rurali del paese cominciavano a formarsi i primi gruppi guerriglieri autonomi. Tuttavia, ben presto la deriva autoritaria varata da Rojas per ristabilire l’ordine comincerà ad essere mal tollerata dall’establishment, che lo costringerà a cedere i poteri ad una junta militare incaricata di guidare la transizione politica verso un nuovo ordine politico negoziato da conservatori e liberali, uniti nella formula del Fronte Nazionale, con cui le due formazioni concorderanno le condizioni con cui condivideranno il potere, alternandosi al governo. Proposito concretizzando con l’elezione del presidente liberale Lleras.

guerriglia Colombia FARC Manuel Marulanda Jacobo Arenas
guerriglia Colombia FARC Manuel Marulanda Jacobo Arenas

La formula del Fronte Nazionale verrà tuttavia contestata dalle fazioni liberali più radicali, che addirittura promuoveranno l’istituzione di repubbliche autonome dal governo di Bogotà. Rimostranze condivise anche dall’ex-presidente Rojas, che con la sua formazione politica prossima agli ideali del socialismo nazionale proverà a sabotare il Fronte Nazionale, candidandosi alle elezioni presidenziali del 1962, poi vinte dal conservatore Alfonso Lopez. L’amministrazione Lopez cercherà di ridimensionare l’ascesa delle formazioni comuniste nel paese, investendo molte risorse ottenute dagli Stati Uniti, soprattutto nelle regioni agricole, dove le condizioni di sfruttamento intensivo imposte dalle multinazionali americane indurranno molti contadini a trasferirsi in massa verso le città. Mentre in alcune realtà locali le fazioni liberali più radicali si avvicenderanno alla retorica comunista, inducendo il governo a cedere alle pressioni americane, inviando l’esercito a smantellare le repubbliche autonomiste impostate dai movimenti guerriglieri filo-socialisti come le FARC, l’ELN e l’EPL. Formazioni a cui gli americani e l’oligarchia locale contrapporrà le prime milizie paramilitari anti-sovversive. Questo clima verrà esasperato ulteriormente dal controverso esito delle elezioni presidenziali del 1970, che il conservatore Pastrana riuscirà a vincere, battendo di misura l’ex-presidente Rojas, scatenando una serie di feroci proteste. Proteste che indurranno alcuni sostenitori del generale Rojas ad intraprendere la lotta armata, sotto le insegne del movimento M-19.