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CONOSCIAMO LA COLOMBIA (3°Parte)

GUERRIGLIA E NARCOS COLOMBIANI

L’escalation ribelle scatenata dalle varie fazioni della guerriglia colombiana, indurrà l’amministrazione liberale presieduta da Julio Cesar Turbay a varare uno statuto di sicurezza finalizzato ad arginare la sfida che il movimento ribelle poneva alla sicurezza del paese. Questo provvedimento incrementerà oltremodo i poteri delle forze armate, inaugurando un periodo di terrore e violazioni dei diritti umani contro individui sospettati di contiguità ideologica con gli ambienti guerriglieri e gli ideali marxisti. Dinamiche favorite dal controverso statuto sulla sicurezza, con cui il governo Turbay permetterà l’ascesa delle prime milizie paramilitari autorizzate a difendere le comunità rurali dalle aggressioni guerrigliere, e finanziate dai grandi latifondisti e dai narcos colombiani. In questo periodo, infatti, la Colombia diventerà il principale polo del narcotraffico internazionale, egemonizzato dal famigerato Cartello di Medellin e dal più discreto Cartello di Cali. Le attività di queste organizzazioni criminali attirerà in Colombia imponenti flussi di moneta forte, che prenderà il nome di “bonanza marimbera”. E sarà proprio il considerevole flusso di dollari americani verso la Colombia a catalizzare le attenzioni degli Stati Uniti, che nel 1980 riusciranno a convincere il governo Turbay a siglare un controverso trattato di estradizione, con cui Washington inizierà ad esigere l’estradizione dei principali narcotrafficanti per giudicarli fuori dalla loro patria, dove la corruzione che caratterizzava il sistema giudiziario non destava particolari preoccupazioni ai ricchissimi boss colombiani. La prospettiva di essere estradati all’estero allerterà in particolar modo i narcos del potente Cartello di Medellin, che sotto le insegne para-politiche dell’organizzazione degli “Estradabili” minaccerà apertamente le istituzioni colombiane, esigendo l’abrogazione del trattato di estradizione stipulato con gli Stati Uniti. L’ascesa della criminalità organizzata verrà favorita anche dalla scarsa attenzione con cui il governo colombiano si approccerà alle prime fasi di sviluppo del fenomeno criminale del narcotraffico, considerando più urgente il contrasto alla minaccia rappresentata dal movimento guerrigliero marxista, che in un contesto di povertà diffusa acquisirà una certa popolarità, alimentando negli Stati Uniti la paura di una deriva comunista sovietica nel paese, e con esso l’intero Sud America.

Presidente Colombia Julio Cesar Turbay partito liberale
( Il presidente Turbay durante una conferenza del Partito Liberale )

Nel 1979, il movimento guerrigliero M-19, guidato da Jaime Bateman, chiederà al governo di aprire una fase di dialogo nazionale con cui pacificare il clima politico del paese, avanzando l’intenzione di partecipare alle successive elezioni presidenziali. Bateman, infatti, non riteneva che il movimento guerrigliero rappresentasse l’intero popolo colombiano, ma solo una porzione di paese che perseguiva una visione socialista di impostazione nazionale, e relativamente distante dai canoni sovietici. Ad ogni modo, durante questa prima fase di affermazione, l’M-19 continueranno a ricorrere alla pratica dei sequestri, bersagliando le famiglie più facoltose dell’élite colombiana, comprese quelle delle principali famiglie di narcotrafficanti colombiani, traendo le risorse finanziarie necessarie a sostenere la guerriglia. Dinamiche emulate anche dalle FARC, che inizieranno a taglieggiare i grandi latifondisti ed i narcotrafficanti che operavano nelle aree rurali sotto il loro controllo, acquisendo ingenti risorse che impiegheranno per incrementare il loro potenziale militare. Tuttavia, nel 1981, il sequestro di Martha Ochoa, la giovane sorella di Jorge Ochoa, uno dei leader del Cartello di Medellin, scatenerà una feroce rappresaglia che piegherà l’M-19. Rappresaglia coordinata dal gotha del narcotraffico colombiano che, per nulla disposto a sottostare alle logiche estorsive dei guerriglieri, inizierà a perseguirli attivamente sotto le insegne dell’organizzazione paramilitare denominata “Morte ai Sequestratori” (MAS). L’attivismo del MAS, supportato discretamente da attori para-istituzionali e vicini all’oligarchia colombiana, riuscirà a costringere l’M-19 a liberare Marta Ochoa, costringendoli ad abbandonare la strategia dei sequestri. Paradossalmente, la risoluzione dello scontro tra guerriglieri e narcotrafficanti, porrà le basi per una singolare partnership strategica, con cui queste due realtà ostili convergeranno su di un piano finalizzato a piegare a piegare il governo colombiano.

LO SCISMA LIBERALE PREMIA I CONSERVATORI

Alla vigilia delle elezioni del 1982, il Partito Liberale, che non aveva mai del tutto digerito del tutto la personalità di Turbay, si polarizzerà in due fazioni contrapposte che si contenderanno la nomination: quella maggioritaria riconducibile all’ex-presidente Alfonso Lopez; e quella rappresentata dal popolarissimo Luis Carlos Galan, figlio di un influente petroliere colombiano, intenzionato a riformare il partito. La fazione prevalente di Lopez, dopo aver considerato di candidare l’ex-Ministro della Giustizia Alberto Santofimio, preferirà ricandidare l’ex-presidente Lopez, pur di non cedere alla candidatura di Galan, che a sua volta reagirà abbandonando il Partito Liberale, candidandosi sotto le insegne del Nuovo Liberalismo. La scissione del fronte liberale finirà per agevolare la vittoria del candidato conservatore Belisario Betancur, eletto nuovo presidente con il 46% dei consensi, contro il 41% di Lopez ed il 10% di Galan. Alle parallele elezioni legislative, il Partito Liberale riuscirà comunque a conquistarsi la maggioranza relativa nelle due camere, eleggendo tra le sue fila Pablo Escobar Gaviria, che più avanti si rivelerà essere uno dei capi del Cartello di Medellin. Entrato in collisione con il movimento Nuovo Liberalismo di Galan, e sottoposto ad una fortissima pressione mediatica amplificata dalle accuse di contiguità al narcotraffico avanzate con particolare enfasi dal Ministro della Giustizia Rodrigo Lara, Escobar rassegnerà le proprie dimissioni da parlamentare qualche mese dopo la sua elezione, ma non prima di aver accusato il liberale Lara di aver ricevuto finanziamenti da altri narcotrafficanti, degradandone la credibilità.

Presidente Colombia Belisario Betancur e Presidente USA Ronald Reagan
( Belisario Betancur con il Presidente USA Ronald Reagan )

Nel 1984, il governo colombiano, indirizzato dal Ministro della giustizia Rodrigo Lara, intensificherà la lotta al narcotraffico, smantellando uno dei più grandi laboratori del Cartello di Medellin, che poche settimane dopo reagirà assassinando Lara e l’alto ufficiale responsabile del sequestro. Azione a cui il governo reagirà applicando il trattato di estradizione con gli USA, fin a quel momento rimasto congelato, tanto temuto dai narcotrafficanti, contro cui lo stato colombiano ingaggerà una vera e propria guerra, a cui i narcos prenderanno parte dando luogo ad un’escalation terroristica che bersagliera indiscriminatamente sia i politici che i civili, destabilizzando ulteriormente il già precario ordine interno. Conflitto che, inizialmente, i leader del Cartello di Medellin gestiranno dall’estero, godendo della discreta tutela del governo di Panama guidato da Manuel Noriega, dove proveranno ad imbastire un negoziato con l’ex-presidente colombiano Lopez, a cui proporranno un accordo con cui i narcos proponevano lo smantellamento del narcotraffico in Colombia, reinvestendo gli ingenti proventi incamerati da questa attività illecita all’interno dell’economia colombiana, arrivando ad offrire di ripagare persino il debito pubblico del paese, senza tuttavia riuscire a convincere il governo colombiano. Risultato che convincerà i narcotrafficanti del Cartello d Medellin a ritornare in patria, scatenando una guerra senza quartiere contro lo stato, sotto le insegne dell’organizzazione degli “Estradabili”, facendo strage di giudici, politici, militari e giornalisti considerati sostenitori del trattato di estradizione. Iniziative inframezzate da alcuni sequestri di personalità eccellenti come quello del futuro presidente colombiano Andres Pastrana, figlio dell’ex-presidente Pastrana.

Pablo Escobar parlamento liberale Colombia narcos Cartello Medellin Estradabili
( Sulla destra, Pablo Escobar durante una sessione del Parlamento Colombiano )

IL DIALOGO TRA GOVERNO E GUERRIGLIA

Nel 1982, il Partito comunista colombiano chiederà al governo una soluzione negoziata del conflitto colombiano, che la nuova amministrazione conservatrice, presieduta da Betancur, recepirà parzialmente facendo approvare un’amnistia che l’anno successivo inaugurerà un processo negoziale con le FARC, culminato con gli accordi del marzo del 1984, che il governo sottoscriverà con i leader della formazione guerrigliera come Manuel Marulanda, Raul Reyes, Jacobo Arenas e Alfonso Cano, quest’ultimo liberato proprio conseguentemente all’amnistia del governo. Sull’onda degli accordi firmati con il governo, le FARC decideranno di promuovere l’Union Patriotica (UP), il partito con cui intendevano integrarsi al sistema politico colombiano, abbandonando progressivamente la guerriglia. Del resto, gli accordi non prevedevano l’immediata smobilitazione della lotta armata, ma solo una tregua. Tuttavia, nonostante gli accordi sottoscritti con il governo, i militari continueranno a perseguitare gli appartenenti della guerriglia, compresi gli esponenti impegnati nella politicizzazione del movimento tra i ranghi dell’Union Patriotica.

Nel 1983, l’M-19 perderà il suo leader Bateman, precipitato in circostanze misteriose sul piccolo aereo privato con cui stava raggiungendo Panama. Dopo la dipartita di Bateman, la leadership dell’M-19 verrà condivisa dal radicale Ivan Marino Ospina e dal più intellettuale Alvaro Fayad, che avvalendosi della mediazione del premio Nobel Gabriel Garcia Marquez riusciranno a incontrare in Spagna il neo-presidente Betancur, con cui nel 1984 seguiranno l’esempio delle FARC, concordando una tregua propedeutica alla risoluzione del conflitto colombiano. Tregua che gli ambienti militari cercheranno di sabotare provando ad impedire ad Ospina e Carlos Pizarro (appena ritornato da Cuba, dove si era addestrato dopo aver scontato un periodo di detenzione in Colombia) di partecipare alla riunione della Commissione di pace organizzata per definire i termini della tregua, che lo stesso Pizarro sottoscriverà nonostante le ferite riportate nello scontro con i militari. Gli Accordi di Corinto, dell’agosto del 1984, istituiranno una tregua militare che l’esercito colombiano rispetterà sia con l’M19 che con l’EPL, legalizzando le attività del Partito comunista, favorendo l’avvio di un processo di dialogo nazionale propedeutico alla normalizzazione politica dei momenti guerriglieri. Durante questo periodo di tregua, il presidente Betancur incontrerà nuovamente Ospina in Messico, ma al suo ritorno in Colombia apprenderà che nel frattempo l’esercito aveva circondato l’accampamento guerrigliero che ospitava Pizarro, mettendolo sotto assedio. Assedio, che alcuni giorni dopo degenererà in un assalto in piena regola che, tuttavia, i guerriglieri dell’M-19 riusciranno a respingere dopo giorni di aspra battaglia, grazie alle capacità tattiche che Pizarro aveva appreso durante il suo soggiorno cubano. La crisi rientrerà nei primi giorni del 1986 con una nuova tregua che determinerà il ritiro dell’esercito colombiano e lo spostamento dell’accampamento dei guerriglieri dell’M-19, che si riuniranno in congresso poco dopo per programmare il programma con cui intendevano portare a termine il processo di pace. Congresso che, tuttavia, il governo colombiano proibirà assediando nuovamente i guerriglieri, che si riuniranno comunque tra le montagne, nonostante la minaccia di un nuovo assalto militare. In questo frangente, il radicale Ospina verrà sostituito da Alvaro Fayad, a cui passerà la leadership del movimento.

LA CRISI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA

Poco dopo il suo ridimensionamento tra i ranghi del movimento guerrigliero, Ospina cadrà vittima di un raid delle forze di polizia colombiane. Le schermaglie con l’esercito, sommate all’abbattimento di Ospina, indurranno i ribelli dell’M-19 ad attuare un’azione dimostrativa contro un edificio istituzionale, contando di riportare il governo sul tavolo negoziale. Dopo una meticolosa pianificazione, i guerriglieri dell’M-19 pianificheranno l’assalto al Palazzo di giustizia di Bogotà, attuato nel mattino del 6 Novembre del 1985 da un commando composto da 40 guerriglieri, mentre all’interno dell’edificio i principali magistrati del paese stavano dibattendo la controversa questione del trattato di estradizione con gli Stati Uniti. L’assalto dell’M-19 riuscirà nell’impresa di sequestrare l’élite giuridica del paese, mettendo il governo di Betancur nella scomodo posizione di scegliere se negoziare o annichilire il commando guerrigliero. Durante la crisi il governo tenterà di occultare la situazione, ordinando ai media di trasmettere una partita di calcio, mentre l’esercito si accingeva ad assaltare il palazzo di giustizia avvalendosi di blindati ed elicotteri, inducendo i guerriglieri ad asserragliarsi con i giudici nei piani alti dell’edificio, dove contatteranno i media chiedendo di negoziare con il governo. Dinnanzi alla risoluta opposizione del governo, i guerriglieri daranno fuoco agli archivi giudiziari del palazzo, minacciando di esecutare gli ostaggi. Gli scontri tra guerriglieri e le forze di sicurezza proseguiranno per tutta la notte, inducendo il presidente Betancur a scendere a patti con l’M-19. Tuttavia, l’esercito ignorerà gli ordini del presidente, adducendo a problemi di comunicazione, portando a termine l’assalto nell’alba del giorno dopo, suscitando la reazione dei guerriglieri che assassineranno le decine di ostaggi con cui si erano asserragliati.

Assalto Palazzo giustizia Colombia M19
( L’assalto dell’esercito al Palazzo di giustizia sequestrato dai guerriglieri dell’M19 )

Il tragico epilogo della crisi del Palazzo di giustizia affosserà la credibilità del governo Betancur, accusato da Alvaro Fayad di aver permesso all’esercito di far degenerare un’azione dimostrativa in una strage. Più avanti, alcune testimonianze prestate da testimoni di giustizia sosterranno che l’assalto al palazzo di giustizia sia stato finanziato dall’organizzazione degli Estradabili, che i narcotrafficanti del Cartello di Medellin avevano promosso appositamente per contrastare l’attuazione del Trattato di estradizione che la Colombia aveva precedentemente sottoscritto con gli Stati Uniti, dove temevano di essere incarcerati. Nello specifico, il narcotrafficante Pablo Escobar avrebbe pagato due milioni di dollari al M-19 per assassinare il Presidente della Corte suprema di giustizia Alfonso Reyes e distruggere gli archivi giudiziari situati all’interno del Palazzo di giustizia. La precaria posizione del presidente Betancur verrà aggravata pochi giorni dopo dall’eruzione vulcano Nevado del Ruiz, che provocherà circa 25.000 vittime, oltre che dall’incremento dell’IVA e dalla contestata scelta di rinunciare ad ospitare i mondiali di calcio che nel 1974 la FIFA aveva assegnato all’amministrazione Pastrana. Scelta suggerita dalla precaria situazione dell’ordine interno, e che indurrà la FIFA a spostare l’evento in Messico.

Nel marzo del 1986, pochi giorni dopo che le FARC rinnoveranno gli accordo sottoscritti con il governo, il leader del M-19, Alvaro Fayad, verrà ucciso in circostanze poco chiare dalle forze di sicurezza, al culmine dell’assalto al suo covo di Bogotà. Addirittura qualcuno avanzerà la tesi delle sua esecuzione a sangue freddo successivamente alla sua cattura, per liberarsi di un personaggio scomodo. La fine di Fayad lascerà la leadership dell’M-19 a Carlos Pizarro, figlio di un ammiraglio e imparentato con influenti personalità notabili impegnate nel mondo della finanza, del sociale e dell’istruzione.

Leader M19 Carlos Pizarro guerriglia Colombia
( Il leader dell’M-19 Carlos Pizarro )

BARCO RICOMPATTA IL FRONTE LIBERALE

Alla vigilia delle elezioni presidenziali del 1986, il Partito Conservatore sconterà la turbolenta esperienza dell’amministrazione Betancur, pregiudicando la candidatura di Alvaro Gomez. L’indebolimento dei conservatori, favorirà il fronte liberale, ricompattatosi a sostegno della candidatura Virgilio Barco, già Senatore, più volte ministro e Sindaco di Bogotá, nonché appartenente ad una storica famiglia di petrolieri colombiani, ed istruitosi nelle più prestigiose Università degli Stati Uniti. Candidatura sponsorizzata dall’ex-presidente Lopez, e sostenuta da tutto il Partito Liberale, dalla fazione dell’ex-presidente Turbay a quella più riformista riconducibile al sempre più popolare Luis Carlos Galan, l’ex-ministro dell’istruzione dell’amministrazione Pastrana, nonché ambasciatore colombiano in Italia, rientrato tra i tanghi del partito dopo la parentesi del Nuovo Liberalismo. Anche l’Union Patriotica deciderà di competere, avanzando la candidatura di uno dei leader delle FARC, Jacobo Arenas, che, tuttavia, desisterà dopo aver ricevuto reiterate minacce di morte, lasciando il campo a Jaime Pardo, un professore comunista di estrazione contadina. Elezioni che verranno caratterizzate dall’assassinio di centinaia di esponenti legati all’Union Patriotica, e che verranno vinte nettamente dal liberale Barco con il 58% dei consensi, battendo il conservatore Gomez (36%) e il radicale Pardo (10%). L’amministrazione Barco avvierà una serie di riforme finalizzate alla liberalizzazione economica e all’efficientamento del sistema politico-amministrativo colombiano, avvalendosi della collaborazione dell’influente magnate German Montoya, da molti ritenuto il vero regista del governo, i cui interessi spaziavano dall’industria alla finanza, essendo presidente della filiale colombiana della Chrysler, di cui era socio anche Gilberto Rodriguez Orejuela, il “discreto” leader del Cartello di Cali. Connivenze che verranno denunciate a più riprese da Pardo.

Presidente Colombia Virgilio Barco
( Virgilio Barco )

Nell’estate del 1987 l’amministrazione Barco verrà messa alla prova dalla disputa territoriale con il vicino Venezuela, dove sono localizzate cospicue riserve di idrocarburi, tra petrolio e gas naturale. La crisi rientrerà solo dopo una serie di reciproche provocazioni, con il ritiro della marina colombiana dal golfo del Venezuala, disposto dal Presidente Barco, pressato dalla mobilitazione di mezzi corazzati venezuelani lungo i confini. Durante la crisi con il Venezuela, il leader dell’Union Patriotica, Jaime Pardo, verrà assassinato da un sicario affiliato al fazione del Cartello di Medellin guidata da Gonzalo Rodriguez Gacha, proprietario di numerose miniere di smeraldi, che si distinguerà nella lotta contro il movimento guerrigliero, operando in stretta partnership con formazioni paramilitari legate all’estrema destra colombiana, riconducibili alla leadership dei fratelli Fidel, Carlos e Vicente Castano. Nello specifico, Rodriguez finanzierà massicciamente la costituzione di un vero e proprio esercito paramilitare guidato dai fratelli Castano, ed addestrato da mercenari israeliani, che utilizzeranno per garantire l’incolumità dei loro traffici dalle frequenti incursioni predisposte dei vari movimenti guerriglieri, organizzando anche la persecuzione degli esponenti legati all’Union Patriotica. Obiettivo, che catalizzerà l’afflusso di altri importanti finanziatori come il commerciante di smeraldi Victor Carranza, a cui si aggiungeranno numerosi latifondisti colombiani. Successivamente all’assassinio di Pardo, la leadership dell’Union Patriotica passerà a Bernardo Jaramillo, un avvocato comunista, che si distinguerà per le denunce di eccessiva accondiscendenza del governo nei confronti dei paramilitari, e la contiguità tra la sfera politica ed il narcotraffico. Tra il 1987 e il 1988, le principali formazioni guerrigliere si aggregheranno sotto le insegne del Coordinamento della Guerriglia Simon Bolivar (CGSC), con cui intendevano coordinare i negoziati con il governo.

Colombia Leader FARC Manuel Marulanda Jaime Pardo e Jacobo Arenas Union Patriotica UP
( Ai lati i due leader delle FARC Marulanda e Arenas con al centro il leader dell’UP Jaime Pardo )

L’assassinio del leader dell’EPL, Ernesto Rojas, del febbraio del 1987 indurrà l’organizzazione guerrigliera a recedere dagli accordi di pace, riprendendo la lotta armata. A maggio, sarà invece l’M-19 a riprendere l’iniziativa, sequestrando il leader conservatore Alvaro Gomez, nel tentativo di riportare il governo sul tavolo negoziale, chiedendo l’avvio di una fase costituente per aprire una nuova stagione politica in Colombia. Richiesta che verrà timidamente accolta dal governo, rassicurando l’M-19, che rilascerà Gomez in estate, quando l’organizzazione inizierà a pianificare la smobilitazione, avviando un processo di normalizzazione, promuovendo l’Alleanza Democratica M-19, una formazione politica con cui intendevano partecipare alla vita politica del paese. Clima distensivo influenzato negativamente dall’escalation che i paramilitari scateneranno contro le roccaforti guerrigliere, dove si renderanno protagonisti di vere e proprie stragi di civili, sospettati di simpatizzare per la causa dei ribelli comunisti. Stragi, amplificate dall’escalation narco-terroristica lanciata dagli Estradabili, che arriveranno a far saltare in aria la sede centrale del Dipartimento Amministrativo di Sicurezza (DAS), dopo essere stato potenziato dal governo. L’amministrazione Barco verrà messa sotto pressione anche dal sequestro perpetrato dagli Estradabili contro Alvaro Motoya, il figlio dell’influente Segretario German Motoya, liberato il mese successivo, su mediazione di un faccendiere che agiva da cerniera tra i narcos del Cartello di Medellin e la sfera politica, che si impegnerà a perorare la causa dei narcotrafficanti presso l’establishment politico.

LA TURBOLENTA CAMPAGNA ELETTORALE DEL 1990

La vigilia delle elezioni del 1990 si svilupperà in un vero e proprio clima avvelenato, aperto dal dibattito interno al Partito Liberale per la designazione del futuro candidato presidenziale. Dibattito che contrapporrà personalità del calibro di Hernando Duran, Ernesto Samper, Alberto Santofimio e Luis Carlos Galan, che alla fine riuscirà a far valere la sua popolarità, conquistando la nomination presidenziale. Anche i conservatori dibatteranno molto sulla nomina del proprio candidato, convergendo sulla nomination di Alvaro Gomez. Mentre il fronte guerrigliero riconducibile all’M-19, divenuta Alleanza Democratica M-19, candiderà Carlos Pizarro, che curiosamente prenderà parte alla consultazione liberale, come segno di distensione. L’Union Patriotica, invece, candiderà Bernardo Jaramillo. Quella che sembrava essere la prima vera competizione democratica, e soprattutto inclusiva, della Colombia, verrà turbata da un’inaudita spirale di violenza inaugurata con l’assassinio di Galan, il candidato favorito alle elezioni presidenziali, caduto durante un comizio elettorale per mano di un sicario paramilitare al soldo degli Estradabili, che vedevano nel leader liberale il loro più irriducibile nemico. Il controverso assassinio di Galan susciterà numerose teorie circa possibili regie politiche occulte, come quelle che vogliono il DAS coinvolto, o quelle che suggeriscono il coinvolgimento dell’ex-Ministro Santofimio, legato a doppio filo al mondo del narcotraffico colombiano, da cui nel 2007 emergeranno accuse che porteranno al suo arresto. L’assassinio di Galan colpirà profondamente l’opinione pubblica, inducendo il governo colombiano ad intensificare la lotta al narcotraffico, snellendo addirittura l’iter di estradizione verso gli Stati Uniti.

Luis Carlos Galan Colombia liberale
( Il candidato liberale Luis Carlos Galan )

Una volta venuta meno la candidatura di Galan, il Partito Liberale effettuerà una nuova consultazione da cui uscirà vittorioso il Ministro delle finanze Cesar Gaviria, carica che aveva lasciato proprio per coordinare la campagna elettorale del leader liberale. Tuttavia, poco dopo l’assassinio di Galan, gli Estradabili proveranno ad ingaggiare un nuovo negoziato con il governo Barco, intavolando una trattativa informale con il Segretario del presidente German Montoya, avvalendosi dell’autorevole intermediazione dell’ex-ministro delle finanze Joaquin Vallejo, già Ambasciatore Colombiano all’ONU, nonché padrino di Pablo Escobar, con cui redigerà la bozza di una proposta di pace che prospettava lo smantellamento del narcotraffico e il disarmo delle milizie paramilitari a loro afferenti, in cambio di un’amnistia e dell’abrogazione del trattato di estradizione. Negoziato che, tuttavia, verrà affossato da una fuga di notizie che indurrà l’amministrazione Barco a smentire ogni possibilità di accordo con i narcos del Cartello di Medellin, contro cui intensificherà le operazioni di polizia. Il fallimento dell’approccio negoziale, indurrà gli Estradabili a colpire nuovamente gli ambienti più ostili alla trattativa, facendo esplodere una bomba sull’aereo di linea della compagnia nazionale Avianca, su cui credeva si fosse imbarcato il candidato liberale Cesar Gaviria che, poco prima di imbarcarsi, cambierà idea, scampando all’attentato che farà un centinaio di vittime civili. Strage a cui lo stato risponderà per la prima volta, abbattendo Gonzalo Rodriguez Gacha, il leader dell’ala paramilitare del Cartello di Medellin. Colpo a cui gli Estradabili risponderanno, organizzando il sequestro di alcune personalità notabili per mettere il governo Barco nuovamente sotto pressione, inducendolo a negoziare con loro.

Tra gli ultimi atti dell’amministrazione Barco ci sarà la stipula degli accordi di pace con i guerriglieri dell’M-19, che si smilitarizzeranno nel marzo del 1990, portando a termine il processo di politicizzazione del movimento. Evento che verrà seguito a stretto giro dall’assassinio del candidato dell’Union Patriotica, Bernardo Jaramillo, ucciso all’interno dell’aeroporto di Bogotá, da un sicario dei paramilitari al soldo dei fratelli Castano. L’assassinio di Jaramillo metterà in crisi l’Union Patriotica, che deciderà di boicottare la tornata elettorale, aprendo un dibattito interno, in cui prenderà le distanze dal radicalismo marxista della guerriglia, virando verso un corso social-democratico, andando incontro ad un drastico calo di consenso. Pochi giorni, dopo l’agguato contro Jaramillo, anche il candidato dell’Alleanza Democratica M-19, Carlos Pizarro, verrà assassinato da un sicario paramilitare a bordo di un aereo di linea su cui stava viaggiando insieme alla moglie e alla scorta del DAS. Assassinio che costringerà l’M-19 a sostituire in corsa la candidatura di Pizarro con quella del suo capo dello staff elettorale, Navarro Wolff. Questa escalation indurrà i guerriglieri delle FARC e dell’ELN a continuare la lotta armata, a cui invece parte dell’EPL rinuncerà, continuando a negoziare con il governo Barco. Al culmine di questa spirale di violenza, le elezioni presidenziali del 1990 verranno vinte dal candidato liberale Cesar Gaviria, con il 47% dei consensi, contro il 27% del conservatore Hurtado e il 12% del candidato dell’M-19 Wolff.

Leader Union Patriotica UP Bernardo Jaramillo Colombia
( Il leader dell’Union Patriotica Bernardo Jaramillo )

L’amministrazione liberale Turbay affronterà l’escalation ribelle estendendo i poteri delle forze di sicurezza che, a loro volta, recepiranno il mandato governativo come un invito a perseguitare indiscriminatamente sia i guerriglieri, che i semplici attivisti politici riconducibile al loro stesso background marxista. Approccio coordinato più o meno discretamente da consulenti militari statunitensi, intimoriti dalla seria eventualità di un insurrezione comunista in Colombia, in piena guerra fredda. Prospettiva che indurrà Washington ad incoraggiare il ricorso a strumenti come la tortura, spingendosi fino al coordinamento dei primi nuclei di milizie paramilitari da sfruttare nel caso di un non certo improbabile collasso delle forze di sicurezza colombiane. Del resto la contiguità tra le formazioni guerrigliere colombiane e la Cuba castrista era palese, come dimostra l’addestramento del leader dell’M-19, Carlos Pizarro.

L’attenzione sulla minaccia guerrigliera, agevolerà l’ascesa del narcotraffico, attività che catalizzerà l’ingresso di considerevoli flussi di dollari americani. Ricchezza che catalizzerà l’ascesa di una nuova élite, capace di guadagnarsi i favori di una larga parte del vecchio establishment colombiano. Flusso di denaro in uscita e senza ritorno, talmente consistente da attirare l’attenzione degli Stati Uniti, che inizieranno a contrastare questa problematica convincendo il governo colombiano a stipulare un Trattato di estradizione, con cui sopperire all’inadeguatezza e la corruzione che caratterizzava il sistema giudiziario del paese. Accordo a cui i narcos si opporranno strenuamente, attraverso l’organizzazione degli Estradabili, con cui riusciranno a condizionare pesantemente il corso politico colombiano. Realtà, quella dei narcos colombiani, che recentemente ha acquisito una certa notorietà sull’onda della popolarità di alcune serie televisive di successo, e che più avanti approfondiremo con un apposito focus, in cui cercheremo di fare luce, sulla dimensione politica e sociale che questo fenomeno criminale ha assunto in Colombia. Infatti, quello tra il governo colombiano, la guerriglia, gli Stati Uniti e il narcotraffico sarà un rapporto controverso che negli anni a seguire si svilupperà trasversalmente condizionando pesantemente il corso del paese, configurando una vera e propria matassa politico-criminale. Dinamiche come quelle che si svilupperanno dall’inedita partnership tra i ribelli dell’M-19 e gli Estradabili, originata dagli sviluppi di uno dei tanti sequestri con cui un po’ tutti i movimenti guerriglieri trarranno cospicue risorse finanziarie. Ma parliamo anche di dinamiche che si svilupperanno parallelamente legando il narcotraffico sia alla galassia guerrigliera che alla sua antitesi strategica costituita dai paramilitari anti-comunisti patrocinati dagli Stati Uniti, configurando un inestricabile groviglio di contraddizioni che rendono la storia recente della Colombia un vero e proprio rebus.

Fermenti socio-politici che alla vigilia delle elezioni del 1982 attraverseranno anche il Partito Liberale, polarizzandolo tra la fazione più “conservatrice” legata all’ex-presidente Lopez e quella riformista legata al popolarissimo Galan. Contrapposizione che impedirà ai liberali di riconfermarsi al governo, agevolando l’ascesa dei conservatori rappresentati da Betancur. Elezioni che paleseranno per la prima volta l’influenza politica del narcotraffico nella vita del paese, con l’elezione Pablo Escobar, il leader del Cartello di Medellin, sulla cui singolare storia ci concentreremo nel prossimo focus, di cui vi abbiamo accennato poco sopra. Influenza politica che la fazione riformista del fronte liberale frustrerà, facendola degenerare, suscitandone una brutale deriva terroristica in grado di mettere alle corde il governo colombiano, ben più di quanto Cosa Nostra sia riuscita a fare in Italia. Sfida, quella lanciata dai narcos colombiani, che si svilupperà parallelamente al processo di pace con cui il governo conservatore cercherà di risolvere il conflitto con le varie sigle del movimento guerrigliero. Impegno negoziale, che gli apparati di sicurezza colombiani saboteranno in più occasioni, nel tentativo di precludere ai guerriglieri l’ingresso nella vita politica del paese, temendone il potenziale politico. Potenziale politico, forte soprattutto nelle aree rurali presidiate, da miliziani ideologicamente contigui con la Cuba di Fidel Castro, e riconducibili ad una forma di socialismo più sudamericano che sovietico, che aveva come riferimento simbolico la figura di Simon Bolivar, la stessa personalità che caratterizzerà pochi anni dopo l’ascesa del movimento bolivariano rivoluzionario (MBR-200) guidato da Hugo Chavez nel vicino Venezuela, che abbiamo avuto modo di approfondire nel focus sulla conoscenza del Venezuela.

Il potenziale politico della sinistra radicale faticherà a trovare spazio, sia per la feroce persecuzione predisposta dai paramilitari, che per la concorrenza del Partito Liberale, che per quanto elitario, sotto la guida del presidente Barco riuscirà comunque ad elaborare una formula moderata con cui riuscirà a pescare consensi anche tra i ceti sociali più vicini al movimento ribelle. Approccio con cui riuscirà ad accompagnare il processo di normalizzazione politica che le varie formazioni guerrigliere stavano cercando di implementare nonostante l’escalation scatenata dai paramilitari. Tensione amplificata dal pressing negoziale con cui gli Estradabili confidavano di affossare il Trattato di estradizione con gli Stati Uniti. Alla vigilia delle elezioni del 1990, le aperture negoziali, permetteranno al Partito Liberale di guadagnarsi la fiducia popolare e persino di molti esponenti contigui al movimento guerrigliero, rassicurati dalla candidatura di una personalità riformista come Galan, capace di imporsi sulle vecchie fazioni conservatrici. Del resto, il Partito Liberale colombiano, al netto del nome, rimaneva pur sempre una formazione di sinistra, anticipando il processo che negli ultimi anni ha portato i partiti di sinistra europei ad abbandonare i tradizionali principi del socialismo, sostituendoli con quelli del liberalismo. Ad ogni modo, la formula di Galan riuscirà a salvare l’agenda liberale coniugandola con una retorica socialisteggiante che catalizzerà le simpatie di esponenti espressione della guerriglia, che in lui vedevano un interlocutore affidabile con cui portare a termine il processo di pace messo in bilico dall’establishment conservatore, sostenuto da un’alleanza trasversale che andava dai paramilitari ai narcos. Coalizione trasversale che si scaglierà con forza contro questa prospettiva, lanciando un’efferata escalation terroristica che annichilirà i principali candidati presidenziali, iniziando dal favorito Galan, passando per Pizarro e Jaramillo. Escalation che, tuttavia, non impedirà ai liberali di conquistare comunque la presidenza con Cesar Gaviria.