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CONOSCIAMO LA COLOMBIA (1°Parte)

Dopo aver approfondito la realtà del Venezuela adesso passiamo all’analisi della realtà che gli è più affine geograficamente e storicamente, parliamo della Colombia, il suo paese gemello da cui è stato separato artificiosamente. I motivi li capirete da soli comparando i due focus.

La Colombia è l’unico stato sudamericano ad essere bagnato sia dall’oceano Pacifico che da quello Atlantico, e confina con Panama, Venezuela, Brasile, Perù ed Ecuador. La popolazione colombiana sfiora i 50 milioni di abitanti, di cui 7 milioni abitanti nella sola capitale Bogotá. Altri importanti centri urbani sono quelli di Medellin, Cali, Barranquilla e Cartagena. Numeri che rendono la Colombia la quarta nazione più popolosa del continente sudamericano. Il nome Colombia è stato scelto nel 1800 dal rivoluzionario venezuelano Francisco de Miranda come omaggio all’esploratore italiano Cristoforo Colombo.
Così come per il Venezuela, i legami tra Colombia ed Europa sono strettissimi, e non sorprende che molti cittadini venezuelani vantino origini europee, soprattutto spagnole, ma anche italiane. Sempre dall’Europa hanno ereditato la religione Cristiana cattolica, praticata dall’80% della popolazione, e la lingua spagnola, divenuta nel corso degli anni lingua ufficiale del paese latino-americano.

L’INDIPENDENZA DAL REGNO DI SPAGNA

Gli odierni territori colombiani sono stati scoperti nel lontano 1499 dall’allora Regno di Spagna, a cui si deve la fondazione di importanti città come Cartagena, Bogotá e Cali. Gli spagnoli, forti della loro superiorità militare, riusciranno ad avere la meglio sulla popolazione indigena, assoggettandola sotto l’autorità del Vice-Reame di Nuova Granada. Il dominio spagnolo inizierà a vacillare solo alla fine del 1700, quando l’incremento della pressione fiscale farà esplodere il dissenso sia tra le élite locali che tra gli strati sociali più popolari. Fermenti socio-politici agevolati dall’indebolimento spagnolo conseguente all’ascesa di Napoleone in Europa. Debolezza che incoraggerà le istanze autonomiste dei territori venezuelani, sotto la guida di Francisco de Miranda. Nei territori Colombiani invece le istanze autonomiste verranno rappresentate da Antonio Nariño, un giovane aristocratico di origini spagnole, affascinato dagli ideali della rivoluzione francese. Ideali che gli costeranno l’arresto e l’esilio in Europa, dove cercherà inutilmente di perorare la causa indipendentista colombiana presso le autorità britanniche. Malgrado la mancanza del supporto ricercato, Nariño tornerà comunque in patria nel 1797, andando incontro ad una nuova condanna detentiva che si concluderà nel 1803, quando verrà rilasciato. Una volta riconquistata la libertà tornerà ad animare gli ambienti indipendentisti colombiani fino al 1809, quando verrà nuovamente arrestato dalle autorità spagnole.

Colombia Antonio Narino
( Antonio Narino )

Tuttavia, lo stretto controllo delle autorità realiste spagnole non riuscirà ad arginare la crescita del movimento indipendentista, che nel 1810 riuscirà ad istituire una “Junta” a Santa Fe de Bogotà, città oggi nota semplicemente come Bogotà. L’istituzione della Junta rappresenterà la prima tappa del percorso di affrancamento coloniale spagnolo, sancendo la conquista di una prima indipendenza colombiana. Evento che porterà alla liberazione di Nariño, e all’ascesa di personalità come Francisco de Santander, un militare di origini aristocratiche spagnole, noto per le sua appartenenza massonica. Ad ogni modo, successivamente all’istituzione della Junta, il clima politico comincerà a polarizzare il movimento indipendentista tra federalisti e unionisti. In particolare, Nariño, nel frattempo divenuto Sindaco di Santa Fe de Bogotá, perorerà la causa unionista all’interno del congresso provinciale che avrebbe dovuto portare alla stesura della costituzione dello stato di Cundinamarca. Dibattito politico che degenererà rapidamente in una vera e propria guerra civile, che almeno inizialmente vedrà Nariño e Santander alleati contro i federalisti. All’inizio della contesa, Nariño approfitterà della sua popolarità per imporre con la forza la sua formula unionista, suscitando persino l’irritazione di alcuni suoi alleati come Santander che, preoccupati dalla sua deriva dispotica, deciderà di allinearsi al fronte federalista. Ad ogni modo, nonostante la strenua opposizione, nel 1813 Nariño riuscirà ad imporsi sul fronte federalista, proclamando la piena indipendenza della Repubblica di Cundinamarca, il nucleo originale dell’odierno stato colombiano. Sull’onda dell’indipendenza, Nariño guiderà personalmente la conquista dei territori ecuadoriani meridionali ancora controllati dalle autorità realiste spagnole, che tuttavia approfitteranno della poco risoluta avanzata militare per riorganizzare efficacemente le proprie linee di difesa. Incertezza, che sommata alla notizia del suo ferimento, finirà col demoralizzare le truppe al suo seguito, che credendolo morto si sbanderanno, permettendo all’esercito realista di riprendere il controllo dei territori persi, ripristinando il Regno di Nuova Granada nel 1814.

Vice reame spagnolo nuova granada colombia venezuela ecuador
( Vice reame spagnolo di Nuova Granada )

LA GRAN COLOMBIA BOLIVARIANA

Conseguentemente alla sua disfatta, Nariño verrà nuovamente posto agli arresti, mentre le milizie federaliste di Santander ripiegheranno verso i territori venezuelani, dove inizieranno a collaborare con Simon Bolivar. Sotto la risoluta guida di Bolivar, nel 1819 le milizie di Santander riusciranno a scacciare nuovamente i realisti spagnoli da Santa Fe de Bogotá, debellandoli completamente tra il 1822 e il 1823, sia nei territori colombiani che in quelli venezuelani. Sull’onda della trionfante campagna di liberazione, il “Libertadores” Bolivar convocherà un congresso che istituirà la Repubblica della Gran Colombia, di cui si porrà alla guida in qualità di Presidente, con Santander come suo vice. Il prestigio di Simon Bolivar riuscirà persino ad eclissare la vecchia leadership di Antonio Nariño, liberato immediatamente dopo la cacciata degli spagnoli. Durante le ultime fasi della liberazione guidate personalmente da Bolivar, la repubblica verrà amministrata sostanzialmente da Santander, attraverso atti che fomenteranno sentimenti secessionisti in Venezuela, e risolti a fatica solo dopo il precipitoso ritorno di Bolivar a Bogotá.

Simon Bolivar e Francisco De Santander indipendenza gran colombia
( Simon Bolivar e Francisco De Santander )

Tuttavia, nonostante la preponderante leadership di Bolivar, l’unità del fronte indipendentista inizierà ad essere insidiata dalle ambizioni delle élite provinciali, particolarmente ostili alla prospettiva di ritrovarsi subordinati ad un forte stato centrale, formula costituzionale che assoceranno strumentalmente al vecchio regime coloniale spagnolo. La prospettiva di un grande stato colombiano unitario perseguita da Bolivar verrà affossata nel corso del congresso del 1828, dove i delegati avanzeranno un progetto costituzionale federale che la fazione bolivariana si rifiuterà di ratificare, considerandola l’anticamera di un processo di secessione regionale che solo un forte stato centrale avrebbe potuto impedire. Dinnanzi a questa prospettiva, Bolivar deciderà di accentrare i poteri sulla sua persona, suscitando l’irritazione delle fazioni federaliste, che temendo la sua deriva autoritaria, si riuniranno attorno alla leadership di Santander, arrivando persino a cospirare contro la vita del “Libertadores”, organizzando un fallimentare attentato. Evento che convincerà Bolivar ad annichilire le fazioni ostili guidate da Santander, la cui condanna capitale verrà tuttavia sospesa per sua espressa volotà, permettendogli di fuggire in esilio. Altre importanti personalità emergenti continueranno ad opporsi a Bolivar, come nel caso di Mariano Ospina Rodriguez, il promotore del movimento secessionista della regione di Antioquia, dove si rifugerà dopo il fallito golpe anti-bolivariano. Ciononostante, l’intensità dei movimenti federalisti e secessionisti crescerà esponenzialmente un po’ in tutta la Grande Colombia, soprattutto dopo l’invasione peruviana dei territori ecuadoriani della “neo-repubblica bolivariana”.

Pur di salvare il sogno di una Grande Colombia unita, il malandato Bolivar tenterà inutilmente di rassicurare i federalisti strumentali che temevano la prospettiva di una sua dittatura, annunciando l’intenzione di dimettersi immediatamente dopo la ratifica di una costituzione unionista. Il rigetto di questa sua ultima iniziativa lo convincerà a dimettersi, lasciando il campo ai vari caudillos regionali. Come nel caso del generale Josè Antonio Paez che nel 1931 proclamerà l’indipendenza del Venezuela, aprendo un processo di secessione generalizzato che porterà all’istituzione di repubbliche fortemente centralizzate, paradossalmente promosse da chi gli aveva ferocemente contestato la formula costituzionale centralistica, palesando tutto il loro strumentale opportunismo politico.

L’ISTITUZIONE DELLA REPUBBLICA DI GRANADA

Nel 1831, poco dopo dipartita di Bolivar, Santander tornerà dall’esilio e renderà indipendenti gli odierni territori colombiani sotto le insegne della Repubblica di Granada. In questa prima fase l’Ecuador tenterà di annettersi la valle del Cauca, che non riuscirà a concretizzare a causa del provvidenziale intervento del potente generale Josè Obando. La caratura militare di Obando, indurrà il Presidente Santander a designarlo come suo successore, pratica, quella della designazione del successore, che precedentemente aveva aspramente contestato a Bolivar. Tuttavia, proprio questo suo background militare gli alienerà il consenso necessario a diventare presidente, carica che invece verrà affidata nel 1937 al civile Josè de Marquez. Più avanti, nel 1939, Obando, forte del sostegno della potente fazione militare, tenterà di rovesciare de Marquez, promuovendo una fallimentare rivolta risolta dall’intervento provvidenziale del generale Pedro Alcantara, in conseguenza del quale lascerà il paese esiliandosi in Perù. Con il suo intervento, Alcantara rassicurerà gli ambienti moderati del Congresso, che lo nomineranno successore di de Marquez. Ciononostante, il governo continuerà a temere la leadership di Obando anche dall’estero, richiedendone l’estradizione al Perù, costringendolo ad allontanarsi nel più lontano Cile. Durante la sua amministrazione, Alcantara intavolerà con il Regno Unito un negoziato propedeutico alla costruzione di un canale attraverso l’istmo di Panama.

IL SISTEMA BIPARTITICO COLOMBIANO

Nel 1845, il Congresso eleggerà come nuovo Presidente Tomas Cipriano de Mosquera, fautore di una politica estera particolarmente aperta agli Stati Uniti d’America, con cui stipulerà un trattato di pace e amicizia che concederà a Washington la facoltà di salvaguardare militarmente i propri interessi commerciali, soprattutto nell’area dell’istmo di Panama dove gli americani avevano la possibilità di tenere agevolmente in contatto la propria costa orientale con quella occidentale. Durante l’amministrazione Mosquera verrà revocato l’esilio del generale Obando, che nel 1849 ne approfitterà per tornare in patria. In quel contesto, gli ideali illuministici di stampo europeo dell’ex-presidente Santander ispireranno la fondazione del Partito Liberale Colombiano, una formazione politica promossa dai sostenitori del Presidente Mosquera. Iniziativa replicata dai suoi antagonisti sostenuti dai ceti latifondisti, che l’anno successivo decideranno di fondare il Partito Conservatore Colombiano promosso dal governatore di Antioquia Mariano Ospina, noto anche per essere stato uno dei pionieri della coltivazione di caffè del paese. Coltivazione, quella del caffè, in cui la Colombia si distinguerà, agevolata dal clima particolarmente favorevole del paese.

Colombia Tomás Cipriano de Mosquera
( Tomás Cipriano de Mosquera )

Nel 1949, Mosquera verrà sostituito dal colonnello Josè Ilario Lopez, artefice di importanti riforme liberalizzatrici come l’abolizione della schiavitù ed il rafforzamento della libertà di stampa. Tuttavia, proprio l’abolizione della schiavitù finirà per turbare l’ordine socio-politico colombiano, innescando una serie di proteste nella valle del Cauca animate dai proprietari terrieri locali vicini al Partito Conservatore. L’insurrezione conservatrice rientrerà solo dopo il duro intervento delle forze armate guidate dal generale Josè Melo, un’ufficiale estimatore della Grande Colombia bolivariana.
In questo contesto, gli Stati Uniti favoriranno l’afflusso di investimenti in Colombia, patrocinando la costruzione di una ferrovia nei pressi dell’istmo di Panama per agevolare i crescenti volumi di traffico commerciale tra l’America atlantica e quella pacifica.

L’INIZIO DELL’INSTABILITA’ COLOMBIANA

Successivamente a questi turbolenti eventi, nel 1853, i liberali riusciranno ad eleggere il generale Josè Obando, che dopo l’esilio era riuscito a riguadagnare consenso, assumendo ruoli di primo piano come quello di Governatore di Cartagena e di Presidente della Camera. Una volta eletto, Obando promuoverà una profonda riforma costituzionale di stampo liberale che estenderà il diritto di voto a tutti i maggiori di 21 anni. Questo proficuo clima riformista verrà bruscamente interrotto da una contesa sorta tra la classe artigiana e quella mercantile in merito all’opportunità di continuare ad importare ciò che si sarebbe potuto produrre in patria. Sebbene sostenuto dai liberali, Obando prenderà le parti dei ceti artigiani, andando incontro all’insoddisfazione dell’élite commerciali che nel 1854 convinceranno il generale Josè Melo ad intervenire per rovesciare il suo governo, assumendone la guida fino al 1857, quando il conservatore Mariano Ospina verrà eletto nuovo Presidente della Repubblica di Granada.

Mariano Ospina Rodriguez Colombia
( Mariano Ospina Rodriguez )

Malgrado le sue riserve verso le spinte federaliste, Ospina cederà all’intento del Congresso di promuoverà una riforma costituzionale che muterà la denominazione del paese in Confederazione Granadina, una realtà composta da otto stati autonomi a livello legislativo. Questa nuova architettura verrà implementata sotto le fortissime pressioni federaliste provenienti dai liberali che Ospina cercherà di imbrigliare attraverso una formula confederale, corretta successivamente da una legge che conferirà al Presidente la facoltà di nominare e rimuovere i governatori locali, le cui finanze verranno strettamente subordinate al controllo del governo centrale. Formula con cui intendeva impedire l’eventualità di nuove spinte secessioniste, simili a quelle che avevano portato Venezuela ed Ecuador a staccarsi dalla Repubblica di Gran Colombia. Tuttavia, questi vincoli centralistici finiranno per suscitare l’irritazione dei liberali, soprattutto quella del Presidente dello stato del Cauca, l’ex-presidente Cipriano de Mosquera, che nel 1860 deciderà di rendersi indipendente da Bogotá, incontrando il sostegno degli stati di Santander e Tolima nella guerra che intraprenderà contro la Confederazione Granadina. L’ex-Presidente Cipriano riuscirà ad avere la meglio sulle forze di Ospina, arrestandolo nel 1861, quando entrerà a Santa Fe de Bogotá per rovesciare il governo granadino.

LA FONDAZIONE DEGLI STATI UNITI DI COLOMBIA

Nel 1863, pochi anni dopo il rovesciamento del governo di Ospina, il fronte ribelle uscito vittorioso dalla guerra civile convocherà una conferenza che sostituirà la costituzione della Confederazione Granadina con quella degli Stati Uniti di Colombia, un’entità federale composta da 9 stati, la cui presidenza verrà rinnovata a cadenza biennale. Il primo Presidente del nuovo stato sarà l’ex-presidente Cipriano, a cui i liberali imporranno un’agenda liberale aperta al commercio con l’estero. Nel 1964, i liberali, favoriti dal boicottaggio elettorale dei conservatori, eleggeranno l’eloquente Manuel Murillo Toro, evitando di riconfermare l’insidioso e potente Cipriano, che verrà allontanato oltreoceano, dove dirigerà l’ambasciata colombiana in Francia. Durante l’amministrazione Murillo, verranno poste le basi del sistema telegrafico nazionale colombiano. Tuttavia, due anni dopo, Cipriano de Mosquera tornerà nuovamente alla ribalta, riconquistando nuovamente la presidenza, da cui tuttavia verrà rovesciato appena un anno dopo da una congiura promossa dai conservatori, esasperati dal suo approccio autoritario. La transizione post-Cipriano verrà guidata da Santos Acosta fino al 1868, quando i liberali eleggeranno il liberale Santos Guterrez, un ex-ufficiale protagonista della campagna militare con cui nel 1861 l’ex-presidente Cipriano rovesciò il regime granadino, divenuto governatore di Boyaca prima e Cundinamarca dopo.

Nel 1970, Cipriano tornerà a candidarsi, senza tuttavia riuscire a sconfiggere il candidato liberale radicale Eustorgio Salgar, un altro suo vecchio sostenitore dell’epoca della guerra civile. Due anni dopo, i liberali sostituiranno Salgar, rieleggendo l’ex-Presidente civile Murillo, seguito due anni dopo da Santiago Perez, fautore di un importante piano di alfabetizzazione e di potenziamento della rete ferroviaria. Due anni dopo, le aspre lotte di potere interne al Partito Liberale favoriranno l’elezione di un personaggio secondario come Aquileo Parra, la cui amministrazione sarà attraversata da fortissime tensioni e da accenni di guerra civile animati dal fronte conservatore. Durante l’amministrazione Parra, un consorzio francese avanzerà al governo colombiano la proposta di costruzione di un canale nell’istmo di Panama, simile a quello che avevano costruito con successo a Suez, in Egitto. Trattative condizionate dall’insurrezione conservatrice, risolta solo dopo l’intervento risolutore dalle forze armate fedeli ai liberali guidate da Julian Trujillo, eletto Presidente nel 1878. Due anni dopo, i liberali eleggeranno Rafael Nunez, un liberale riformista, a cui si deve la stesura del testo dell’inno nazionale colombiano.

LA RIFORMA DELLA REPUBBLICA DI COLOMBIA

Nunez promuoverà un proficuo processo di pacificazione politica sia all’interno della Colombia che all’esterno, ristabilendo le relazioni con la Spagna, interrotte dai tempi della guerra d’indipendenza. Durante la sua amministrazione, il governo autorizzerà i lavori per la costruzione del canale di Panama che i francesi avevano precedentemente proposto al suo predecessore Parra. Lavori che, a differenza di quelli di Suez, si dimostreranno molto più complessi per via dell’insidioso ed insalubre contesto paludoso dell’istmo di Panama, che ne rallenterà significativamente la tabella di marcia preventivata. Ritardi che metteranno in crisi la sostenibilità finanziaria dell’intero progetto, peraltro zavorrato da fenomeni di corruzione diffusa che in Francia assumeranno i tratti di un vero e proprio scandalo politico che travolgerà importanti figure governative come George Clemenceau, legato ad alcuni “discussi faccendieri” come Cornelius Herz e Jaques Reinach. Il sostanziale fallimento dell’iniziativa francese sembrerà affossare il progetto del canale di Panama, avanzando l’ipotesi di un progetto alternativo da implementare nel vicino Nicaragua.

Rafael Nunez Colombia
( Rafael Nunez )

Nel 1882, i liberali convergeranno convintamente sull’elezione dell’influentissimo Francisco Javier Zaldua, il cui governo durerà solo qualche mese, lasciando il campo ad Eusebio Otàlora. Nel 1884, la guida del governo tornerà nuovamente a Nunez, fautore di un progetto di riforma centralistico che dividerà il fronte liberale, innescando una nuova guerra civile che tuttavia riuscirà a vincere grazie al determinante supporto strategico del fronte conservatore. Durante la guerra civile, gli Stati Uniti ne approfitteranno per occupare la città di Colon nella regione di Panama, iniziativa che indurrà la marina cilena (all’epoca la più forte del continente americano) a reagire occupando Panama City per impedire un’eventuale annessione statunitense.
Sull’onda della vittoria sui rivoltosi liberali, nel 1886, Nunez promuoverà l’assemblea costituente della nascente Repubblica di Colombia, in cui verrà sancito il primato dell’ufficio di Presidenza, a cui verrà assegnata la prerogativa di nomina dei governatori dei nove stati locali, riservando al Cristianesimo cattolico il ruolo di religione di stato, archiviando anni di ostilità con lo Stato Pontificio. A Nunez si deve poi anche lo spostamento della sede della Presidenza della Repubblica nella Casa di Nariño, dove era vissuto il noto rivoluzionario indipendentista Antonio Nariño.

TENSIONI ALL’OMBRA DEL CANALE DI PANAMA

Nel 1894, le degradate condizioni di salute di Nunez lo indurranno a farsi da parte, lasciando l’amministrazione nelle mani del suo vice Miguel Antonio Cano, il principale artefice della Costituzione del 1886. Cano farà fronte alla dura opposizione del fronte liberale e della fazione tradizionalista del Partito Conservatore varando un rigido regime di censura, che limiterà la libertà di stampa e porterà alla detenzione dei suoi avversari politici più critici. La deriva autoritaria di Cano, rinforzata dall’introduzione della legge marziale, innescherà una nuova guerra civile che, pur vincendo, lo porterà ugualmente alle dimissioni a causa della sfiducia manifestata dall’élite colombiana. Nel 1898, i conservatori cercheranno di risolvere la crisi patrocinando l’elezione dell’anziano Manuel Antonio Sanclemente, nella speranza di mantenere il potere dopo anni di strapotere liberale. Tuttavia, le precarie condizioni di salute di Sanclemente degraderanno la forza del governo, pressato dalla fortissima opposizione liberale che nel 1899 innescherà una nuova guerra civile.

Josè Manuel Marroquin Colombia
( Josè Manuel Marroquin )

I conservatori reagiranno all’insurrezione liberale sostituendo Sanclemente con il suo vice Josè Manuel Marroquin, arginando le prime fasi della rivolta guidata dal generale Uribe, e sostenuta dal vicino Venezuela guidato da Cipriano Castro. Il supporto della Marina Militare Venezuelana permetterà agli insorti di resistere alle forze governative, arroccandosi lungo la costa colombiana fino al 1902, quando le forze governative conservatrici riusciranno a riprendere il pieno controllo del paese. Nonostante il vantaggio militare, il Presidente Marroquin tenterà di ricomporre la crisi proponendo ai liberali un accordo che questi sottoscriveranno solo su pressione degli Stati Uniti, che nel frattempo erano entrati in trattativa con i francesi per subentrare a loro nella costruzione del canale di Panama, approfittando dello stato di crisi finanziaria in cui il consorzio di costruzione si trovava dopo lo scoppio dello scandalo. Non a caso la stipula degli accordi di pace verrà firmata a bordo della corazzata americana Winsconsin.

GLI USA SOSTENGONO LA SECESSIONE DI PANAMA

L’anno successivo, nel 1903, gli americani tenteranno di blindare i propri interessi a Panama, firmando con il governo di Bogotá un contratto di locazione centennale sull’area dove era in costruzione il canale di Panama. Tuttavia, al contrario del congresso americano, il parlamento colombiano si rifiuterà di ratificare il contratto, ritenendo i termini finanziari negoziati dagli emissari governativi non all’altezza del futuro potenziale economico del canale. Ciononostante, il governo i Bogotá cercherà di rinegoziare i termini finanziari con il governo americano del presidente Theodore Roosevelt, che tuttavia deciderà di blindare i propri interessi, sfruttando l’instabilità politica colombiana per sostenere la secessione della regione di Panama dalla Repubblica di Colombia. L’indipendenza panamense verrà immediatamente riconosciuta dagli USA, che minacceranno di attaccare la Colombia se solo avesse provato a riprendere il controllo di Panama, che pochi giorni dopo l’indipendenza concederà agli Stati Uniti il diritto di amministrare l’area del canale. I colombiani, che stavano organizzando la riconquista di Panama sotto la guida a Rafael Reyes, si vedranno costretti dalla forza militare statunitense ad abbandonare tale proposito.

Rafael Reyes Colombia
( Rafael Reyes )

Malgrado la mancata riconquista di Panama, nel 1904, i conservatori sosterranno l’elezione presidenziale di Reyes, favorito dalla mancanza di un candidato liberale. L’approccio conciliante dell’amministrazione Reyes permetterà al governo colombiano di rinegoziare i debito pubblico, fondando la Banca di Colombia e catalizzando l’afflusso di capitali stranieri. Reyes tenterà poi di riconciliare conservatori e liberali, andando incontro persino ad un fallito attentato verosimilmente orchestrato da ambienti conservatori ostili a questa sua apertura. Iniziativa che lo indurrà ad intensificare gli sforzi per imporre il monopolio militare dell’esercito, disarmando le milizie attive nel territorio. Durante la sua amministrazione otterrà le dimissioni del suo vice-presidente Ramon Gonzalez, di cui temeva la caratura politica e la popolarità tra i ranghi militari. Iniziativa a cui seguirà una riforma costituzionale che abolirà la figura del vice-presidente.
Sul piano internazionale, ripristinerà le relazioni diplomatiche con il Venezuela, e prima di concludere il suo mandato riallaccerà i rapporti con gli Stati Uniti. Poco dopo quest’ultima iniziativa, nel 1909, Reyes cederà il potere al generale Jorge Holgui Mallarino, esiliandosi in Europa per evitare una nuova guerra per la successione tra conservatori e liberali. Vuoto di potere che il Congresso colmerà eleggendo il suo vecchio vice Ramon Gonzalez.

CONCLUSIONI

Gli ideali rivoluzionari di Antonio Nariño catalizzeranno l’ascesa del movimento indipendentista colombiano, guidato con successo da Francisco de Santander. Successo che tuttavia verrà pregiudicato dalla contrapposizione politica tra federalisti e unionisti. Dualismo che caratterizzerà la storia colombiana per tutto il 1800, in un susseguirsi di guerre civili iniziate nel 1813, durante la prima e breve esperienza indipendentista di Nariño. Esperienza vanificata da uno dei primi casi di fake news che permetterà agli spagnoli di ribaltare il fronte, approfittando del caos diffusosi tra le linee degli indipendentisti colombiani, convinti di aver perso la loro guida. Tuttavia, anche questo ribaltamento di fronte si rivelerà effimero, permettendo alla risoluta campagna militare organizzata da Simon Bolivar di debellare definitivamente le truppe realiste spagnole, messe alle strette dalle milizie locali di Santander. Sotto la fortissima leadership bolivariana cominciò a prendere forma l’ambizioso progetto di una “Grande Repubblica Colombiana”, capace di rivaleggiare con gli Stati Uniti d’America. Ambizione affossata dalle pretese dei potentati locali, per nulla disposti a subordinarsi a dinamiche di potere centralistiche simili a quelle esercitate fino a poco tempo prima dalla corona spagnola. Rimostranze accolte dalla maggioranza del congresso costituzionale del 1828, fautrice di un progetto costituzionale federalista, che secondo Bolivar avrebbe compromesso irrimediabilmente la stabilità del nuovo stato colombiano unitario, rendendolo incapace di arginare le spinte secessioniste animate dai potentati regionali. Prospettiva che indurrà Bolivar ad accentrare su di se tutti i poteri, nel tentativo di forzare l’approvazione di una costituzione unionista che il fronte federalista rigetterà ostinatamente, coalizzandosi attorno alla figura di Santander, con cui arriverà persino ad attentare alla vita del “Libertadores”. Iniziativa ostile che costerà a Santander la pena capitale, commutata in esilio per iniziativa del suo vecchio alleato Bolivar, intenzionato a ristabilire quell’ordine che i vari caudillos regionali minacciavano con le loro pretese federaliste, che in alcuni casi assunsero addirittura le forme di una vera e propria secessione, come nel caso dell’iniziativa indipendentista promossa da Ospina nella regione di Antioquia. Pressioni che costringeranno Bolivar a dimettersi, nell’estremo tentativo di far approvare una costituzione unionista in cui avrebbe rinunciato ad esercitare quei poteri dittatoriali che i suoi avversari locali gli contestavano pretestuosamente pur di salvaguardare le proprie prerogative locali, che alla fine avranno la meglio, innescando un processo di secessione generalizzata, culminata con il disfacimento della “Grande Colombia”.

L’indipendenza dei territori dell’odierna Colombia verrà acquisita immediatamente dopo il ritorno di Santander, sotto le insegne della Repubblica di Granada, e non di più di Colombia, nome considerato fin troppo legato all’esperienza unitaria bolivariana, che si cercherà di accantonare anche al costo di rievocare la toponomastica coloniale spagnola. Santander riuscirà a controllare le spinte centrifughe post-bolivariane, arginando le pretese ecuadoriane sulla produttiva Valle del Cauca, avvalendosi del supporto del fidato generale Obando, che paradossalmente tenterà di imporre come suo successore, replicando l’atteggiamento che poco prima non aveva perdonato a Bolivar. Tuttavia, Santander non avrà fortuna migliore di Bolivar, ritrovandosi stoppato dall’establishment, che dinnanzi alla prospettiva di un forte governo centrale guidato da un militare, favorirà l’ascesa del civile de Marquez. Scelta a cui Obando tenterà opporsi, sfruttando il suo prestigio militare per guidare una fallimentare rivolta risolta dal generale Alcantara, a cui successivamente l’establishment moderato affiderà la presidenza. Durante l’amministrazione Alcantara, Granada sembrerà acquisire una certa stabilità, permettendo al suo successore de Mosquera di impostare una politica estera aperta, soprattutto nei confronti degli Stati Uniti, i cui interessi si polarizzarono attorno all’area dell’istmo di Panama. La stabilità acquisita da de Mosquera permetterà addirittura il ritorno in patria di Obando, precedentemente costretto all’esilio da Alcantara. E sempre durante questo periodo di relativa stabilità, si costituiranno i partiti liberale e conservatore, espressione rispettivamente degli interessi dei ceti commerciali e dei ceti latifondisti.

Sviluppi politici che precederanno un nuovo periodo di instabilità conseguente alle profonde riforme varate dal neo-presidente Lopez, ed aspramente contestate dai ceti latifondisti, irritati dall’abolizione della schiavitù. Conservatori che non riusciranno nel loro proposito di rovesciare Lopez, blindato dall’intervento del potente generale Melo. Ad ogni modo, questa nuova crisi politica agevolerà l’incremento dell’influenza americana nella strategica regione di Panama, mentre il potere passava al riabilitato generale Obando, artefice di una riforma costituzionale inframezzata da una nuova guerra civile in cui i liberali riusciranno a spuntarla, convincendo il generale Melo a rimuoverlo dal potere. Tuttavia, nonostante il breve interim di Melo, i conservatori riusciranno ad eleggere il loro candidato Ospina, artefice di una serie di controversi provvedimenti con cui cercherà di arginare le rinnovate pretese di riforma federale del paese avanzate dai liberali, replicando l’approccio che a suo tempo contestò pretestuosamente a Simon Bolivar per difendere il suo feudo di Antioquia. Ad ogni modo, le istanze federaliste animate dai liberali finiranno per innescare una nuova rivolta antigovernativa che sotto la guida dell’ex-presidente Cipriano de Mosquera riuscirà a rovesciare il governo conservatore di Ospina. Vittoria che smantellerà la costituzione della Confederazione Grandina, sancendo la nascita degli Stati Uniti di Colombia. Tuttavia, al netto della vittoria, ben presto l’establishment liberale inizierà a mal tollerare lo strapotere di Cipriano de Mosquera, al punto da avallare un golpe conservatore. Manovra che comunque non impedirà ai liberali di eleggere il navigato governatore di Boyaca e Cundinamarca, Guterrez, a cui seguiranno altri esponenti liberali come Murillo, Perez e Parra.

E proprio durante l’amministrazione Parra che i francesi inizieranno a discutere con il governo colombiano il progetto del canale di Panama. Negoziati che verranno influenzati da una nuova insurrezione conservatrice risolta dal provvidenziale intervento del generale Trujillo, a cui successivamente verrà affidata la presidenza. Durante l’amministrazione del suo successore liberale Nunez, la Colombia autorizzerà i francesi ad avviare i lavori per la costruzione del Canale di Suez. Durante il suo secondo mandato, Nunez avanzerà un profondo progetto di riforma costituzionale centralistico, che grazie al determinate supporto conservatore porterà alla nascita dell’odierna Repubblica di Colombia. Riforma accompagnata da una nuova guerra civile, che darà agli Stati Uniti la scusa per occupare parte della regione di Panama, la cui piena conquista sarà impedita dall’intervento della marina cilena. Malgrado Nunez fosse riuscito a imbrigliare l’insurrezione liberale, il degrado delle sue condizioni di salute lo costringeranno a lasciare il potere al suo vice Cano, i cui metodi autoritari gli costeranno la sfiducia dell’establishment.

Mappa USA canale di Panama Colombia
( Mappa strategica del canale di Panama )

Parentesi a cui i conservatori cercheranno di sopperire eleggendo prima l’anziano Sanclemente, e dopo il suo vice Marroquin, a cui verrà delegata la risoluzione di una nuova insurrezione liberale, sostenuta dal vicino Venezuela. Insurrezione che sebbene il governo conservatore riuscirà a risolvere, verrà comunque legittimata dall’intervento degli Stati Uniti, da poco subentrati ai francesi nella costruzione del canale di Panama. In questo frangente, Washington riuscirà ad indebolire il governo colombiano, favorendo la secessione della regione di Panama, blindando i loro interessi, senza la necessità di rinegoziare con Bogotá le condizioni preliminari alla costruzione del canale. Iniziativa a cui i conservatori non riusciranno ad opporsi, preferendo conservare il potere, eleggendo Reyes, il comandante che dinnanzi alle minacce americane, bloccò l’avanzata su Panama, rinunciando alla sovranità sull’area dove oggi sorge il canale. Rinuncia che Washington indennizzerà qualche anno dopo, favorendo l’afflusso di investimenti nel paese, dove le tensioni con i liberali continueranno a condizionare pesantemente la stabilità politica.